In Umbria danno la «scossa» a tutti i veicoli

Il contributo di Smre grazie ai kit «Iet» di elettrificazione a beneficio del trasporto pulito

Uno dei cuori dell'imprenditoria italiana che innova e compete per esportare nel mondo le proprie soluzioni batte in Umbria. A Umbertide, nell'alta valle del Tevere, opera Smre Engineering, una realtà fondata nel 1999 da un allora giovanissimo ingegnere, Samuele Mazzini (classe 1978). Da allora l'azienda è diventata un gruppo globale nello sviluppo, progettazione e commercializzazione di macchinari e impianti produttivi, e in particolare di macchine ad alto contenuto tecnologico per il taglio, la saldatura e la cucitura di tessuti tecnici e altri materiali rigidi e semirigidi.

Tra i clienti più noti di Smre Engineering si segnala Scattolini, un'altra eccellenza storica del Made in Italy, che produce cassoni e coperture per autocarri in tutta Europa, spesso all'interno degli impianti delle case produttrici. Smre Engineering è quotata nel segmento Aim di Borsa Italiana dalla scorsa primavera. Un frutto recente della creatività dell'imprenditore umbro è stata la fondazione, nel 2008, di Iet (acronimo che sta per Integrated Electric Transmission), una controllata specializzata nel settore della green mobility con lo sviluppo nuovi sistemi di propulsione elettrici per veicoli di diversa natura: dalle moto alle auto, dagli autocarri ai mezzi speciali come quelli per la raccolta rifiuti, passando per i go-kart e i quad.

«L'obiettivo di Iet - spiega Mazzini - non è quello di diventare un produttore di motori elettrici a grandi volumi per qualche industria automobilistica, con cui comunque siamo in contatto. I nostri ingegneri si impegnano quotidianamente nella ricerca e sviluppo di sistemi di alimentazione, controllo e trazione elettrica innovativi. Uno degli ultimi nostri fiori all'occhiello è il powertrain Mrt, composto da tre motori interconnessi di diversa potenza, ognuno dei quali entra in funzione, fornendo la massima efficienza a una determinata velocità». Nei suoi impianti produttivi, a ogni modo, Iet è in grado di produrre direttamente una certa quantità di kit di elettrificazione, e di installarne su lotti contingentati di veicoli destinati, di solito destinati a mercati particolari. «Se qualche un'azienda automotive decide di utilizzare i nostri kit di elettrificazione in produzioni di massa - puntualizza Massini - possiamo fornire i progetti ed essere remunerati attraverso diritti di concessione».

Due settori che si stanno rivolgendo ai kit di Iet (oltre quello dei veicoli recreational di fascia alta) sono quelli della raccolta rifiuti e del trasporto merci su brevi distanze «Sempre più spesso - spiega Mazzini - nei bandi di gara lanciati dalle pubbliche amministrazioni locali è richiesta la presenza di un certo quantitativo di mezzi elettrici».

Spesso, quindi, gli attuali interlocutori di Iet sono concessionari di marche di motocarri o autocarri che commissionano la trasformazione in elettrico (o in veicolo ibrido) di mezzi già disponibili a benzina o gasolio. Due esempi ben visibili nei capannoni di Iet sono i camion leggeri Isuzu L35 e i mitici e sempreverdi Apecar Piaggio.

RCe

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