Trieste - Il procuratore di Trieste si lascia scappare qualcosa di più di un sospiro di sollievo. "Abbiamo in mano elementi formidabili - ha dichiarato Nicola Maria Pace - e la perizia è solamente uno di questi. Non faccio pronostici, ma sono molto ottimista". Dopo anni i magistrati che indagano su Unabomber potrebbero avere in mano ulteriori prove che Elvo Zornitta, l'ingegnere al centro delle indagini, sarebbe coinvolto nella vicenda del fantomatico bombarolo del Nordest. In sostanza il documento sui "toolmarks" rilevati sul lamierino trovato nella chiesa di Portogruaro (Venezia), sarebbe solamente uno degli elementi in mano alle Procure. L'indiscrezione che vi siano ulteriori prove a carico dell'ingegnere di Azzano Decimo (Pordenone), oltre alle forbici da elettricista, aveva cominciato a circolare da qualche settimana: adesso il procuratore Pace ne darebbe conferma.
Procura di Venezia C'è la tensione dei momenti cruciali negli uffici della Procura di Venezia che si occupano del caso Unabomber. Anche il Procuratore Vittorio Boraccetti preferisce il riserbo. "Domani a Trieste - ricorda - abbiamo il vertice fra Procure, è una giornata importante. Non vorrei fare ulteriori commenti. I nodi di cui dovremmo discutere sono noti". Questioni che, come è emerso in questi giorni, riguardano l'attribuzione delle competenze ad una sola Procura, ora che con l'incidente probatorio sulle forbici c'è un solo giudice (Trieste) ad agire. C'e poi l'opportunità - nel caso si arrivasse al rinvio a giudizio di Elvo Zornitta, l'ingegnere friulano indagato - di proseguire con ulteriori indagini e di decidere del futuro del pool anti-Unabomber, con sede nell'aula bunker di Mestre.
Zornitta: il parroco sa la verità Il parroco di Corva di Azzano Decimo (Pordenone), don Leo Collin, "è una delle quattro persone che conoscono la verità su Unabomber: oltre a lui, che è il mio confessore, gli altri sono il vero Unabomber, il sottoscritto e, naturalmente, l'Onnipotente": lo ha detto l'ingegnere Elvo Zornitta, unico indagato dell'inchiesta su Unabomber, parlando della sua situazione lavorativa dopo il licenziamento deciso dall'azienda nella quale lavorerà fino al prossimo 31 gennaio. Zornitta, che vive a Corva di Azzano Decimo, ha detto di aver saputo dell'offerta di lavoro che don Leo ha riferito di avergli procurato e, riferendosi al parroco, ha detto: "È formidabile. Anche se non l'ho ancora visto - ha aggiunto - non so come ringraziarlo per quello che sta facendo per noi in questi mesi". "Sto vivendo giornate caotiche ma posso contare sull'appoggio incondizionato di mia moglie e di mia figlia". "Non ho mai negato - ha detto Zornitta parlando della propria condizione professionale e lavorativa - la ristrutturazione aziendale in atto, ma ho anche rimarcato come la lettera di licenziamento mi sia arrivata in un momento terribile, poco dopo la prima udienza davanti al Gip di Trieste. Mi sarei aspettato dall' azienda - ha aggiunto - un atteggiamento diverso e maggiore comprensione per la mia situazione personale e familiare. Tutto qui". Ieri l' azienda nella quale Zornitta lavora - la Csr Italia di Fiume Veneto (Pordenone) - ha spiegato che il licenziamento è stato deciso per una ristrutturazione aziendale cominciata già 18 mesi fa e dopo una riduzione d' orario per Zornitta un dimezzamento del team di lavoro dell' ufficio tecnico di cui l' ingegnere è responsabile, passato da 12 a cinque.
Il sacerdote: risponderà direttamente a Dio "A parte il segreto del confessionale, delle sue parole e delle sue opere Elvo risponderà direttamente a Dio: io non c'entro nulla": è il lapidario commento di don Leo Collin. "Sono stizzito per questo processo sui giornali - ha detto il parroco, interpellato dall'Ansa - e sono dispiaciuto da questo far uscire la verità gradualmente, giorno dopo giorno: ciò fa star male Elvo, la sua famiglia e tutti noi. Basta con questa confusione totale. Mi domando - ha aggiunto il sacerdote - a chi giova tutto ciò. Comincio a pensare che ci sia una strategia ben precisa per alimentare ad arte questo processo pubblico fuori dal Tribunale. Mi dà fastidio quanto sta accadendo - ha aggiunto don Leo - e come a me a tutta la comunità di Corva. Nessuno di noi è giudice e non ci dovremmo occupare di questioni legali. C'è un luogo deputato a farlo e nessuno si può permettere di condannare al di fuori delle aule di Tribunale". Don Leo ha confermato di essersi interessato nei giorni scorsi al futuro professionale dell'ingegnere Zornitta. "Ho soltanto fatto un sondaggio per capire se ci fossero state delle opportunità lavorative per Elvo ed effettivamente ho trovato un'azienda pronta ad assumerlo. Ne darò conto unicamente all'interessato".
La difesa Da parte della difesa gli avvocati di Zornitta asseriscono di avere le prove dell'innocenza dell'ingegnere. La "superperizia" fatta eseguire dal Gip di Trieste, Enzo Truncellito, sulle forbici sequestrate a Elvo Zornitta, unico indagato nell'inchiesta su Unabomber, "non parla assolutamente di certezza": lo ha detto l'avvocato Maurizio Paniz, interpellato sugli ultimi sviluppi delle indagini sul misterioso bombarolo che da 13 anni semina trappole esplosive e terrore in Veneto e Friuli. "Sono assolutamente molto, molto sereno - ha affermato Paniz -. Ho letto con attenzione la perizia. Magari ci fosse la conferma di quei dati che sono stati evidenziati, ma purtroppo così non sarà. Questo si capirà quando dirò esattamente tutte le cose che so e che, in questo momento, preferisco non dire. Magari - ha ribadito Paniz - ci fossero quegli esiti e quei risultati di certezza. In realtà, la stessa perizia non parla assolutamente di certezza".
Paniz ha anticipato che domani o, al massimo, venerdì la difesa, di cui fa parte anche Paolo Dell'Agnolo, depositerà nella cancelleria del Gip di Trieste, Enzo Truncellito, la propria perizia e si è riservato di decidere se convocare una conferenza stampa per illustrare i risultati ai quali sono giunti i consulenti di parte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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