Unicredit: Cariverona muove e sale oltre il 5%

Finito il confronto sull’assetto di Mediobanca, il presidente Biasi manda un segnale di forte sostegno a Profumo

da Milano

La Fondazione Cariverona preleva 90 milioni dai propri forzieri e compra altre azioni Unicredit (0,25%) confermandosi il primo azionista della superbanca, di cui detiene ormai un pacchetto superiore al 5 per cento. Più precisamente il 5,084%, che tradotto in denaro per l’Ente presieduto da Paolo Biasi significa avere affidato al gruppo guidato da Alessandro Profumo 2,9 miliardi di euro, la metà del proprio patrimonio calcolato agli attuali prezzi di mercato (5,8 miliardi). Una decisione non facile nella stagione dei subprime, ma la Fondazione «ha fiducia in Unicredit e nel suo management», spiegano dal quartier generale dell’Ente che ha inoltre mediato il prezzo di carico del pacchetto detenuto nel gruppo di Piazza Cordusio (4,83% la quota rilevata ad aprile all’ultima assemblea). Il cda, ottenuto l’assenso di Tesoro e Bankitalia, ha fatto scattare gli acquisti nella seconda decade di settembre quando la banca era crollata in Piazza Affari fino a 3,15 euro (3,4 euro la chiusura di ieri). Senza contare che, anche se al momento è tutto fermo, Verona potrebbe salire ancora fino al limite del 6%. Una arrampicata quella di Biasi, banchiere dalla riservatezza proverbiale, che è soprattutto un segnale di forte sostegno a Profumo: Unicredit, ha assicurato anche il consigliere Piero Gnudi, marcia compatta contro la crisi dei mutui americani. Oltre a diventare un messaggio alla corte di Mediobanca. La scorsa estate erano state infatti le Fondazioni a chiedere a Unicredit, primo socio di Piazzetta Cuccia con l’8,6%, di schierarsi contro l’addio alla governance duale pianificato dal presidente Cesare Geronzi. Il banchiere romano ha vinto, ha ridato a Mediobanca un assetto di comando imperniato su cda e comitato esecutivo, ma la pace raggiunta si basa su uno statuto che lascia ampio spazio alla squadra di manager guidati da Alberto Nagel e Renato Pagliaro. Quella che ha permesso alla merchant bank di chiudere l’ultimo bilancio con oltre 1 miliardo di utile e di pianificare acquisizioni mentre le grandi banche d’affari Usa finiscono sgretolate dall’uragano dei subprime o si convertono al retail.
Una svolta che, almeno in parte, Mediobanca ha fatto dando vita a CheBanca! per stabilizzare conti e redditività.

Le stesse variabili che interessano alle fondazioni azioniste di Unicredit: oltre a Cariverona, Caritorino e Carimonte. A cui Biasi ha dimostrato il proprio peso anche in vista della prossima partita della finanza italiana: Generali, di cui Cariverona non è più grande socia, ma che è stata a lungo al centro dei pensieri del banchiere.

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