Ieri in Borsa, a Milano, sembrava di assistere alla caccia alla banca. Saranno i timori di recessione, saranno le indiscrezioni su prossimi aumenti di capitale, sarà che i titoli delle banche - come dice lad di Unicredit - sono i più liquidi e dunque i più facili da vendere per fare cassa, fatto sta che la gara era a chi perdeva di più. Con sospensioni al ribasso per Unicredit, Intesa, Mps.
La banca di Profumo è andata sotto quota 2 euro per azione, chiudendo al minimo storico di 1,86, in discesa di un altro impressionante 8%. Intesa però ha fatto ancora peggio: -10,7% a 2,6 euro. Presa di mira per i timori di un taglio nel prossimo dividendo, che il gruppo non ha smentito, limitandosi a dichiarare che gli obiettivi del gruppo per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali e i dividendi non saranno esaminati dal Consiglio di Gestione del prossimo 28 ottobre, ma da quello dell11 novembre.
Ieri ha comunque dovuto prendere la parola anche il presidente Giovanni Bazoli, interpellato dopo una presentazione a Vicenza. Per gli azionisti di Intesa Sanpaolo «non cè nessuna ragione di preoccuparsi», ha detto Bazoli, chiarendo tra laltro di non voler lasciare listituto, dicendosi «corazzato» contro certi attacchi. Bazoli è apparso di buon umore: sollecitato sulle ipotesi di staffetta con il presidente della Cariplo, già smentite ieri anche da Giuseppe Guzzetti, non si è tirato indietro: «Sorrido - ha detto - perché sono abituato e corazzato da decenni alle voci che si rincorrono sulla stampa». E lidea di unuscita dal vertice di Cà de Sass, «non ha nessun fondamento - ha detto -. Per quello che mi risulta il mio mandato scade nel 2010, quello dellavvocato Guzzetti ancora più in là». E per quanto riguarda ancora la crisi, Bazoli è tornato su temi a lui cari. «Nessuno può azzardarsi a dire che si è toccato o meno il fondo - ha aggiunto -. La crisi riguarda principalmente il mondo americano, ma i segnali sono contrastanti. Ieri sera (giovedì, ndr) Wall Street ha chiuso in positivo dopo un andamento incerto: oggi i mercati asiatici sono partiti in modo disastroso seguiti dagli europei. Si tratta di un contesto generale mondiale. Probabilmente, uno degli aspetti non considerato abbastanza della globalizzazione».
In serata è intervenuto anche un altro banchiere big: Giampiero Auletta Armenise, numero uno di Ubi Banca, anchegli per tranquillizzare i soci.
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