Rodolfo Parietti
da Milano
Unicredit e la Polonia compiono un primo passo verso una soluzione di compromesso nella partita per la fusione di Bph e Pekao. Dopo il gelido duello verbale a distanza, contrappuntato dalla dura presa di posizione dellUe e dalla violenta polemica che ha investito la banca centrale polacca, ieri a Varsavia si sono ritrovati seduti allo stesso tavolo lamministratore delegato di piazza Cordusio, Alessandro Profumo, e il premier Kazimierz Marcinkiewicz. E il ghiaccio è stato rotto, almeno a giudicare dal laconico commento di Profumo, che ha definito «costruttivo» lincontro senza tuttavia rivelare nulla dei contenuti, e dallaltrettanto stringato commento di Marcinkiewicz («Certamente ci rivedremo»). A Piazza Affari, dove evidentemente si puntava su unimmediata conclusione della vicenda, i titoli Unicredit hanno perso l1,14%.
E invece, a partire da lunedì prossimo, tutti al lavoro con lapertura di più tavoli tecnici ai quali parteciperanno gli esperti del Tesoro polacco e il management dellistituto milanese, con lobiettivo di chiudere la trattativa entro il 5 aprile. Per allora, è infatti previsto il pronunciamento sullintegrazione tra Bph e Pekao da parte della Commissione di supervisione bancaria («Siamo fiduciosi di poter ottenere l'autorizzazione per la Bph - ha detto Profumo - , poiché la Commissione agisce in modo autonomo e obiettivo»), da giorni nella bufera dopo lestromissione del viceministro del Tesoro dalla riunione della scorsa settimana. Una vera e propria dichiarazione di guerra, secondo il governo, sfociata nella costituzione di una commissione parlamentare dinchiesta.
Da quanto è trapelato, durante i colloqui di ieri Profumo e Marcinkiewicz avrebbero subito affrontato il problema degli esuberi che verrebbero a crearsi dalla fusione, quantificati da Varsavia in 3-6mila unità. È evidente che una possibile soluzione potrebbe passare dalla garanzia fornita da Unicredit di salvaguardare i livelli occupazionali, soprattutto se - come si ipotizza - la banca guidata da Profumo accetterà di trasferire in Polonia alcune attività, a cominciare dallo spostamento da Vienna a Varsavia del centro direzionale per tutto lEst europeo.
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