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Unicredit, in Polonia prima schiarita sul fronte Bph-Pekao

Positivo incontro ieri tra Profumo e Marcinkiewicz: da lunedì via ai colloqui tecnici. A Piazza Affari i titoli dell’istituto cedono l’1,14%

Rodolfo Parietti

da Milano

Unicredit e la Polonia compiono un primo passo verso una soluzione di compromesso nella partita per la fusione di Bph e Pekao. Dopo il gelido duello verbale a distanza, contrappuntato dalla dura presa di posizione dell’Ue e dalla violenta polemica che ha investito la banca centrale polacca, ieri a Varsavia si sono ritrovati seduti allo stesso tavolo l’amministratore delegato di piazza Cordusio, Alessandro Profumo, e il premier Kazimierz Marcinkiewicz. E il ghiaccio è stato rotto, almeno a giudicare dal laconico commento di Profumo, che ha definito «costruttivo» l’incontro senza tuttavia rivelare nulla dei contenuti, e dall’altrettanto stringato commento di Marcinkiewicz («Certamente ci rivedremo»). A Piazza Affari, dove evidentemente si puntava su un’immediata conclusione della vicenda, i titoli Unicredit hanno perso l’1,14%.
E invece, a partire da lunedì prossimo, tutti al lavoro con l’apertura di più tavoli tecnici ai quali parteciperanno gli esperti del Tesoro polacco e il management dell’istituto milanese, con l’obiettivo di chiudere la trattativa entro il 5 aprile. Per allora, è infatti previsto il pronunciamento sull’integrazione tra Bph e Pekao da parte della Commissione di supervisione bancaria («Siamo fiduciosi di poter ottenere l'autorizzazione per la Bph - ha detto Profumo - , poiché la Commissione agisce in modo autonomo e obiettivo»), da giorni nella bufera dopo l’estromissione del viceministro del Tesoro dalla riunione della scorsa settimana. Una vera e propria dichiarazione di guerra, secondo il governo, sfociata nella costituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta.
Da quanto è trapelato, durante i colloqui di ieri Profumo e Marcinkiewicz avrebbero subito affrontato il problema degli esuberi che verrebbero a crearsi dalla fusione, quantificati da Varsavia in 3-6mila unità. È evidente che una possibile soluzione potrebbe passare dalla garanzia fornita da Unicredit di salvaguardare i livelli occupazionali, soprattutto se - come si ipotizza - la banca guidata da Profumo accetterà di trasferire in Polonia alcune attività, a cominciare dallo spostamento da Vienna a Varsavia del centro direzionale per tutto l’Est europeo.

Il premier polacco, oltre a manifestare apprezzamento per l’impegno nel settore bancario da parte dell’istituto italiano, avrebbe anche chiesto un riequilibrio territoriale degli sportelli, una volta completato il merger, in modo da evitare situazioni di quasi monopolio in alcune aree del Paese da parte del nuovo istituto. Tra le alternative, anche l’eventuale vendita alla banca statale Pko dei fondi d’investimento e pensione controllati da Pekao.

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