La sola pensione pubblica non sarà più sufficiente a garantire un adeguato tenore di vita nel futuro: nel 2030 un lavoratore dipendente privato di 60 anni e 35 anni di contributi potrà percepire una pensione pari alla metà del suo ultimo reddito da lavoro, quindi molto inferiore rispetto a quella che hanno ricevuto i lavoratori in questi ultimi anni. E nei periodi successivi le prestazioni previdenziali peggioreranno ulteriormente. Per questo motivo, diventa indispensabile pensare sin da oggi al futuro investendo in un fondo pensione che, attraverso un piano di versamento periodico, permetta di ottenere una pensione aggiuntiva su misura da affiancare a quella pubblica.
In questi mesi i lavoratori dipendenti delle aziende private devono decidere a quale strumento previdenziale destinare il proprio Tfr futuro (trattamento di fine rapporto). Il 100% del Tfr maturando (sono esclusi i contributi dell'azienda e del lavoratore) sarà destinato alla previdenza integrativa, indipendentemente dalle dimensioni aziendali, secondo queste priorità: fondo di categoria, fondo pensione aperto previsto in azienda, in assenza di accordi aziendali, il fondo a cui ha aderito il maggior numero di dipendenti, oppure in via residuale ad uno speciale fondo Inps.
Molte aziende, soprattutto di piccole dimensioni, che non hanno ancora un proprio fondo pensione chiuso o un fondo negoziale di categoria dovranno pertanto aderire a un fondo pensione aperto per consentire ai propri dipendenti di destinare il proprio Tfr, permettendogli inoltre di beneficiare del contributo aziendale. Allo stesso tempo, ci potranno essere dipendenti che preferiranno non aderire ai fondi pensione previsti dalla propria azienda e vorranno aderire a forme pensionistiche complementari presenti sul mercato. Tra le tante proposte sul mercato in termini di previdenza integrativa si segnala, all'interno di quelle che offrono soluzioni con un servizio di consulenza implicita, il fondo pensione aperto Unicredit Previdenza, un prodotto flessibile che consente di scegliere fra 13 comparti di investimento, tra i quali 8 Comparti Data Target differenziati in base alla data prevista per il pensionamento: Data Target 2010, Data Target 2015, Data Target 2020, Data Target 2025, Data Target 2030, Data Target 2035, Data Target 2040, e Data Target 2045.
Individuare il comparto Data Target più adatto alle esigenze delladerente è semplicissimo. Basta scegliere il comparto in base al quinquennio in cui ricade la data presunta del proprio pensionamento. A esempio, se si andrà in pensione nel 2033, il comparto da scegliere è il Data Target 2030 (che copre i pensionamenti che vanno dal 1° gennaio 2030 al 31 dicembre 2034). La particolarità dei comparti Data Target, lanciati da Pioneer Investments, è di essere caratterizzati da una gestione dinamica nel tempo che prevede una riduzione graduale delle componenti del patrimonio più rischiose allavvicinarsi dellanno di riferimento del comparto per adottare un profilo più prudente in prossimità del pensionamento. Si propongono, quindi, come soluzioni per accompagnare il lavoratore nel corso degli anni fino alletà in cui si ritirerà dal lavoro. Inoltre, perseguono lobiettivo di protezione, nellanno di riferimento di ciascuna linea, del massimo valore della quota raggiunto nel corso della gestione. Questi comparti coprono un arco temporale di 40 anni (dal 2010 al 2050) e laderente dovrà solo scegliere quello più adatto ai propri bisogni previdenziali in funzione della data presunta di pensionamento senza effettuare, nel corso del tempo, alcuna ulteriore scelta.
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