Unicredito-Hvb sarà la quarta banca nell’Ue

Michele Boschi

da Milano

Si alza il sipario sulle nozze Unicredit-Hypovereinsbank. Questa mattina viene ufficializzata la fusione tra le due banche dai rispettivi cda. Domani è invece fissata la conferenza stampa a Monaco per presentare alla comunità finanziaria il nuovo gruppo. I dettagli dell’operazione sono stati mostrati ieri a Lamberto Cardia, presidente della Consob, direttamente dai vertici di Unicredito. Gli aspetti più rilevanti riguardano le prime mosse a livello strategico per la razionalizzazione del gruppo. In particolare sul fronte dei costi di struttura, per gli esperti troppo elevati. Per riequilibrare i conti l’ad Alessandro Profumo ha pronto un piano per ridurre il personale di 10mila unità, su un totale complessivo di 127mila, in Germania e nell’Est Europa, in pratica dove le due banche si sovrappongono.
Si lavorerà da subito anche per cercare di integrare le piattaforme tecnologiche, uniformando l’Austria alla Germania, e ottimizzare l’efficienza del gruppo. Da queste prime misure gli analisti si attendono un risparmio di circa 415-425 milioni, ma non sono esclusi obiettivi più ambiziosi dalle prime sinergie.
L’assetto della nuova realtà prenderà spunto dal modello Unicredito. Confermata una superholding dal nome italiano e con sede a Milano, guidata da Profumo e con presidente Dieter Rampl (numero uno di Hvb). A Monaco resterà la base operativa per le divisioni tedesche, mentre a Vienna faranno capo le attività per l’Est, capitanata quest’ultima dall’attuale presidente di Unicredito, Carlo Salvatori. Per la struttura invece, sarà replicata la separazione delle singole aree con 5 divisioni: Retail, Corporate, Asset Management, New Europe e Global Banking Services. In consiglio siederanno invece 11 membri, 5 dell’istituto tedesco e 6 di quello italiano.
Non ci dovrebbero essere sorprese nemmeno dal prezzo dell’Ops, compreso tra 16 e 18 miliardi. È la più importante operazione cross-border a livello europeo. L’offerta sarà carta contro carta, senza misure straordinarie sul capitale. Per ogni azione Hypo, che alla chiusura di venerdì valeva 20,02 euro, verranno offerte 5 azioni Unicredito, prezzate a 4,095 euro.
Resta il nodo della controllata di Hvb, Bank of Austria. Per conquistare il restante 22,2% del capitale sul mercato Unicredito dovrebbe avanzare un’Opa obbligatoria. Stesso discorso, anche se l’esborso è decisamente più contenuto, per la polacca Bph, nelle mani di Monaco al 71,2 per cento. Alla proposta, per un valore di circa 3 miliardi, hanno lavorato gli advisor, Merryll Lynch e Goldman Sachs (Unicredito) e Citigroup e Jp Morgan (Hvb), e Mediobanca per le Fondazioni. Per evitare una diluizione del capitale verrà fatto ricorso alla liquidità in portafoglio in riserva e sarà emesso un prestito convertibile a lunga durata.


Le trattative lampo di Profumo e Salvatori hanno convinto in extremis anche le Fondazioni che controllano Piazza Cordusio, preoccupate inizialmente da una perdita di potere (scenderanno dal 27 al 17%) e di dividendo.
Dalla fusione nascerà il quarto gruppo europeo per capitalizzazione (42 miliardi) e l’ottavo per attività. Il primo nell’Europa Orientale.

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