Roma - Clemente Mastella, dice lui, non l’ha vista: «Nel programma di governo la commissione d’inchiesta sul G8 non c’era». Antonio Di Pietro invece l’ha vista eccome: proprio per questo ha detto ai suoi di votare contro. Nemici sì, ma stavolta anche alleati. I no dell’Udeur e quelli dell’Idv si sommano a quelli del centrodestra e alle astensioni socialiste. Finisce 22 pari e così, a sorpresa, la commissione Affari costituzionali della Camera «non approva» la messa in piedi di un’indagine sui fatti di Genova 2001.
Dal punto di vista pratico le cose non cambiano granché. Il relatore Gianclaudio Bressa non ottiene un parere positivo, ma la vicenda potrebbe comunque essere discussa in aula a gennaio. Dal punto di vista politico invece lo scivolone sul G8 apre un’altra frattura in una maggioranza già di per sé non molto granitica. Infuriata l’ala sinistra. «Idv e Udeur stanno destabilizzando il governo - dice Orazio Licandro, Pdci - . Ora è chiaro il ruolo che quei due partiti stanno giocando all’interno dell’Unione». E per Oliviero Diliberto è «clamoroso non voler trovare la verità su un fatto che ha stroncato una giovane vita e ha insanguinato le strade di Genova».
«Evidentemente preferiscono insabbiare tutto», aggiunge Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà. Il disobbediente Francesco Caruso invita Mastella «ad andarsi a riguardare cosa c’è scritto nel programma dell’Unione». Pure Fausto Bertinotti fatica a tenere entro livelli istituzionali la sua irritazione: «Cosa ne penso? Non dovreste fare fatica a immaginarlo». Rifondazione darà battaglia. «I cecchini centristi non rispettano il programma», tuona il presidente dei senatori Giovanni Russo Spena. «Per noi è un atto gravissimo - spiega il capogruppo Gennaro Migliore -. A questo punto deve intervenire Prodi».
Il Professore però non interviene, si limita a far trapelare una nota ufficiosa di Palazzo Chigi: «È stata una decisione del Parlamento, ci sarà una valutazione del governo». Visti i chiari di luna e in previsione di un’altra difficile mediazione, meglio prendere tempo. Giuliano Amato invece sostiene «che la ferita c’è» e che «a Genova qualcosa di veramente grave è successo», ma il ministro dell’Interno non vuole entrare nel merito e preferisce aspettare la magistratura: «I fatti del G8 devono essere accertati, c’è un tribunale che sta stabilendo la verità». E Mastella si difende. «La nostra posizione è nota. Noi siamo sempre stati contrari a una commissione parlamentare d’inchiesta sul G8. La magistratura sta facendo rilievi e indagini, lasciamo quindi la vicenda nell’alveo del suo giudice naturale».
Grande la soddisfazione nella Cdl. «La commissione d’inchiesta su Genova - commenta Gianfranco Fini - era unicamente una cambiale che si pagava agli amici dei black bloc, alla sinistra più radicale. Tutto il mondo ha visto che cosa è accaduto al G8. Chi erano gli aggrediti, le forze dell’ordine, e chi gli aggressori, coloro che hanno delle coperture nel governo». Lorenzo Cesa applaude «il voto in Parlamento che impedisce processi sommari alla polizia».
Secondo Fabrizio Cicchitto «si apre un’ennesima profondissima contraddizione nella maggioranza, la sinistra cerca di imporre sempre la sua linea e questo governo ormai perde pezzi ovunque». «A questo punto - conclude Altero Matteoli - l’unica cosa che Prodi può valutare è quando dimettersi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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