Economia

Unipol, grandi Coop pronte a «sdebitarsi» con il vertice

Unipol, grandi Coop pronte a «sdebitarsi» con il vertice

L’operazione Unipol-Fonsai, per ora, è come un quadro di Giovanni Fattori, il caposcuola dei Macchiaioli. Da lontano le figure appaiono nitide tant’è vero che il mercato anche ieri ha premiato i due titoli. Ma avvicinandosi alla tela si scorge solo una serie di punti di diverso colore. Quello che manca al disegno di Mediobanca e di Alberto Nagel (con l’interessato patrocinio di Unicredit) per catalogarlo come un «classico» è l’unione di quei punti.
Un’unione che ieri hanno ricercato con contatti telefonici e con un incontro a Bologna le cooperative azioniste di Unipol che attraverso Finsoe detengono il 50,75% del capitale votante della compagnia assicurativa. La fase uno, la scintilla che deve accendere il motore, non è priva di qualche difficoltà. Il miliardo dell’aumento di capitale di Unipol necessario per acquisire Premafin, i suoi debiti (320 milioni) e partecipare alla ricapitalizzazione di Fonsai costerà alle coop oltre 500 milioni. Il cda di quest’ultima che doveva decidere sulla fase due, cioè sull’aumento fino a 750 milioni, è stato invece rinviato da venerdì a domenica prossima.
L’ad del gruppo bolognese Carlo Cimbri è fiducioso che anche questa volta l’azionariato lo seguirà. Due anni fa fu conclusa una ricapitalizzazione da 500 milioni di euro sempre per Unipol senza che né Finsoe né Holmo (la holding attraverso cui le Coop di Bologna, Reggio, Modena, Toscana e Lombardia controllano oltre l’80% di Finsoe) dovessero a loro volta ricapitalizzarsi. Analogamente, Cimbri - manager cresciuto nella scuola della cooperazione - ha modificato i dettami del predecessore Carlo Salvatori che aveva escluso le società mutualistiche e i suoi rappresentanti dalla galassia Unipol. Ora, invece, nei cda delle controllate siedono alcuni esponenti del movimento e ciò ha contribuito molto al «riavvicinamento» tra soci e compagnia. Ultima ma non meno importante la presenza di Mediobanca, garante di tutte le più importanti operazioni del gruppo, a partire dall’acquisizione di Winterthur Italia. E pronta ad aprire le porte del proprio patto e quelle di Rcs e Pirelli alle coop «rosse».
Il problema è che tra le undici cooperative azioniste di Holmo non c’è ancora unanimità. La riconoscenza nei confronti di Cimbri è fuori discussione e il «debito» nei suoi confronti sarà sicuramente ricompensato. Ma oltre ai debiti morali ci sono anche quelli materiali relativi alla minusvalenza del 90% circa sugli 1,8 miliardi ai quali è in carico la partecipazione in Unipol di Finsoe. Minusvalenze ripartite tra le coop che non sono tutte quante dispostissime a ulteriori sacrifici. Per ora i dubbi non attanagliano la bolognese Coop Adriatica dove Adriano Turrini ha preso il posto del presidente Unipol Stefanini. E nemmeno Marco Pedroni, numero uno di Coop Nordest e anche di Finsoe. Qualche titubanza si registra in Lombardia e Veneto, mentre la Unicoop Firenze di Turiddo Campaini è più defilata, alle prese con Mps.

La Borsa ci crede: ieri Unipol è salita del 7% a 0,1982 euro, mentre Fonsai ha guadagnato il 2,5 per cento.

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