Unipol paga ancora Consorte: 22mila euro al mese

Il successore Stefanini: «La cosa non mi imbarazza»

Gianluigi Nuzzi

Giovanni Consorte scaricato? Ma va. L’ex potente manager rosso abbandonato al suo destino giudiziario, un uomo da dimenticare in fretta? Macché o, meglio, solo in apparenza. L’ex presidente di Unipol raccoglie infatti pochi ma preziosi attestati di amicizia, come quello del tesoriere dei Ds Ugo Sposetti, e percepisce ancora lo stipendio. Sì, la busta paga. Così dopo il ciclone delle intercettazioni, le provviste estere che feriscono D’Alema, il ribaltamento mediatico di ruoli e responsabilità, si scopre che il «furbetto del quartierino» incassa ancora lo stipendio. Accredito diretto in banca per un cifra, pare, tutt’altro che disprezzabile: 22mila euro puntuali il 27 di ogni mese. Possibile? Quotidiano nazionale dedica alla notizia la prima pagina di lunedì. Effetto gelo sui vertici della stessa Unipol, freschi di nomina (9 gennaio) e di brindisi dopo l’accordo con Bnp Paribas, regia Guido Rossi.
Tensione, imbarazzo ai piani alti di via Stalingrado a Bologna. A iniziare da Pierluigi Stefanini, il manager che viene dal mondo delle coop e che si è seduto sulla poltrona dalla quale Consorte chiamava Piero Fassino. Presidente Stefanini, Unipol a Consorte paga ancora lo stipendio, le crea imbarazzo? «Ma quale imbarazzo, scusi?». Be’, si mormora che riceva una busta paga da 22mila euro al mese. Silenzio, pronto? «Sì, sì, io cerco di dare prospettive al gruppo che dirigo - replica - e questo non è un problema attuale. Guardiamo al futuro». Presidente, pagare oggi lo stipendio a Consorte non le sembra un problema assai attuale, quantomeno di immagine? Non la preoccupa? «Sono affatto preoccupato». Certo, sicuro, in quest’ottica pagherete anche gli avvocati, come prevede il contratto dei dirigenti? «Risponderemo con un comunicato». Che chiarirà anche la questione delle parcelle degli avvocati? Il contratto prevede infatti la copertura delle spese legali salvo che non sussistano fondati elementi per ritenere che il dirigente abbia agito in danno della società stessa. Sarà questo il caso? «Guardi abbiamo scelto di stare il più possibile impegnati - risponde - nella gestione della società. Ho deciso di non intervenire direttamente se non obbligato a farlo per motivi istituzionali. Ora la saluto, sono in riunione. Grazie e arrivederci». Clic.
Insomma, Consorte è ancora stipendiato dall’Unipol. Sembra infatti che il gruppo non abbia a disposizione agili strumenti normativi per chiudere l’imbarazzante rapporto. Pensare che solo qualche giorno dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta Antonveneta qualcuno a Bologna ipotizzava un’«azione di responsabilità» contro l’ex manager. Adesso sembra che l’addio sia dolce, graduale e non drastico. E lo si capisce da altri particolari. Ad esempio, Consorte può ancora contare su un efficiente servizio di segreteria presso la presidenza Unipol di via Stalingrado. Questione di cortesie, di sicuro. La seconda telefonata è al centralino di Unipol. «Scusi, cercavo l’ingegner Consorte», il centralinista: «Attenda, prego». Due squilli, voce femminile: «Presidenza... », «Sì buongiorno cercavo l’ingegner Consorte», «Be’... ma lui non lavora più qui...», «dovevo mandargli della documentazione, potete aiutarmi?», «può mandarle qui, aspetti, ecco il nostro numero fax, ecco 051-5076600», «ah, grazie e voi gliela consegnerete?», «sì certo, oppure lo cerchiamo e la faccio richiamare».
Il comunicato Unipol annunciato da Stefanini fino a tarda serata non arriva. Silenzio. Ma quante cariche ha o aveva Consorte nel gruppo assicurativo che voleva conquistare una banca cinque volte più grande? Parecchie. Era al vertice di Unipol, amministratore delegato dal dicembre del 2003 della merchant bank, ad anche di Unipol banca Spa dall’aprile scorso e presidente del cda di Nuovi Investimenti Spa. Poche le cariche esterne. E, ovviamente, tutte strategiche: membro del comitato esecutivo di Hopa di Emilio Gnutti dal giugno del 2003 e consigliere di Telecom dal maggio 2004. Discorso a parte le partecipazioni, a iniziare dal 99% della Maxwell srl di Roma, immobiliare costituita la scorsa primavera e mai utilizzata. L’ultima nomina risale invece al 31 agosto, in piena scalata a Bnl, quando viene scelto come presidente del cda di Aurora assicurazioni.

E proprio da questa controllata viene invece diffusa l’ultima sostituzione. Il nuovo presidente al posto di Consorte è Franco Migliorini. Sostituito anche il vice Ivano Sacchetti dimessosi il 31 gennaio. In pratica l’altro ieri.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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