Laccordo raggiunto tra le banche, Unipol e i Ligresti è complesso e dovrà passare attraverso 3 aumenti di capitale. Il piano prevede la fusione tra la compagnia bolognese e le 3 società della galassia di don Salvatore: la holding Premafin, Fondiaria-Sai e la controllata Milano Assicurazioni.
Ma la strada verso le nozze a quattro è ancora lunga. Unipol comprerà il 51,28% della Premafin in mano alle società che fanno capo alla famiglia (Limbo Invest, Canoe Securities, Hike Securities, Im.Co e Sinergia) al prezzo di 0,365 euro ciascuna per un controvalore di 76,9 milioni. Poi dovrà lanciare unOpa sulle azioni residue che si dovrebbe aggirare sui 150 milioni. Successivamente Premafin dovrà procedere a un aumento di capitale (circa 250 milioni) necessario a sottoscrivere la quota del 35% di propria competenza dell'aumento di Fonsai da 750 milioni. In questa fase potrebbe inserirsi il fondo Clessidra che diventerebbe uno dei soci di riferimento del nuovo aggregato con la benedizione delle banche impegnate a costituire i consorzi di garanzia degli aumenti. Un altro passaggio importante sarà infatti la ricapitalizzazione di Unipol necessaria per finanziare loperazione e supportare i progetti del gruppo post-fusione.
Le parti negozieranno in esclusiva fino al 23 gennaio e, in caso di atteggiamento favorevole delle autorità di vigilanza, fino al 27. Tutta loperazione è infatti subordinata allesenzione, da parte di Consob, dellOpa su Fondiaria e Milano. E un tassello fondamentale è che loperazione si configuri come un salvataggio, tema su cui dovrà esprimersi lIsvap, lIstituto di vigilanza delle assicurazioni. Il piano dovrà poi incassare anche i via libera di Banca dItalia (sia il gruppo Unipol sia quello Fonsai hanno banche e sim al loro interno), e dellAntitrust. Nel frattempo Unipol condurrà «alcune verifiche di due diligence relativamente alle stesse società e alle rispettive controllate»: sul bilancio 2011 di Fonsai è attesa una perdita di un miliardo ma potrebbero spuntare ulteriori svalutazioni di natura immobiliare.
Se tutti i tasselli andranno al loro posto, dopo la fusione le società quotate saranno due: lattuale Unipol Gruppo Finanziario e una società assicurativa che integrerà le attività nel ramo di Unipol con quelle di Fondiaria e Milano. A capo di tutto il gruppo ci sarà Finsoe, la holding delle coop che attualmente ha il 50,75% del gruppo di via Stalingrado. Gli assetti azionari definitivi si conosceranno con certezza dopo i tre aumenti, considerando anche che potrebbero aderire altri soggetti come Clessidra.
Per Piazza Affari, intanto, sembra essere Mediobanca la vera vincitrice. Il titolo è scattato per primo con un +6,7% per poi assestarsi con un 3,7% finale. Listituto ottiene più risultati: disinnesca la mina dei debiti di casa Ligresti (oltre 1,1 miliardi), sistema la posizione della stessa Unipol (400 milioni) e scongiura il rafforzamento in Italia di concorrenti come Axa, senzaltro più pericolosi per la leadership delle Generali. Leuforia ha contagiato comunque anche Fonsai (+5,7%), Premafin (+17,7%) e Milano Assicurazioni (+9,8%) mentre Unipol, dopo un rally iniziale, ha invertito la rotta scivolando del 2,4 per cento. Il salvataggio sicuramente richiederà un grande sforzo finanziario alla holding delle coop Finsoe costringendola anche a diluirsi nella nuova società che nascerà dalla fusione. Secondo gli analisti di Intermonte, Unipol avrà bisogno di rastrellare una consistente quantità di capitale, probabilmente 700-800 milioni (ma altri dicono un miliardo). Per la stessa sim, loperazione è «una bella via d'uscita per i creditori di queste compagnie, ovvero Mediobanca e Unicredit, piuttosto che un modo per creare valore per gli azionisti di minoranza che subiranno un forte effetto diluitivo legato allaumento di capitale».
Resta, infine, da sciogliere il nodo della governance: lattuale ad di Fonsai, Emanuele Erbetta, starebbe già trattando luscita, ma non è ancora chiaro se il timone verrà affidato allattuale numero uno di Unipol, Carlo Cimbri.
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