Gianluigi Nuzzi
da Milano
«Nel maggio del 2002 avevamo chiuso laccordo di vendita, di cessione dalle Generali del 7,5% di Bnl ma laffare, senza lautorizzazione di Banca dItalia, sfumò. Da lì iniziarono tutti nostri problemi: lorigine della vicenda Bnl è questa. In quel periodo avevamo trattato anche lacquisto di Toro ma qualche signore decise che Unipol non doveva prenderla. E andò alla De Agostini che non aveva alcuna competenze in materia. Noi allora comprammo in Svizzera la Winterthur; almeno in quel Paese nessuno riuscì a bloccare lacquisto». Giovanni Consorte, ex presidente di Unipol, si toglie altri sassolini dalle scarpe. Dopo aver ripetuto le prime battute rilasciate al Giornale di martedì («Avendo una brutta malattia - disse uscendo dal silenzio di mesi - molti pensavano che morissi. Ora in molti dovranno fare i conti con me») ora depone per unintera mattinata in Tribunale.
Da cornice la seconda sezione penale, dove si celebra il processo che lo vede imputato, insieme allex vice Ivano Sacchetti e a Emilio Gnutti, per insider trading in relazione ad un rimborso obbligazionario targato Unipol e risalente al 2002. E su queste accuse si difende con argomentazioni di ingegneria finanziaria tali che portano più volte il pm Eugenio Fusco a interromperlo: «Lei qui è interrogato - lo ammonisce - e non a un seminario...certo lei è un tecnico mille volte più esperto di me, ma deve rispondere alle domande». Fino allintervento del giudice: «Ingegnere lunica esperienza di consigli damministrazione che ho sono quelli del condominio».
Ma «già allepoca», si lascia sfuggire lingegnere di Chieti in un pausa delludienza, già nel 2002 quindi, il progetto sul 7,5% di Bnl portato al vaglio del cda di Unipol naufragò perché la banca centrale non diede semaforo verde. «Di più non posso dire - prosegue Consorte - ma cè tutto nella memoria pronta per le Procure di Milano e Roma». Si torna così alle due denunce che lingegnere ha pronte per le Procure di Milano e Roma. Esposti-denunce su quel «comitato daffari», quel «Cotton Club di gente con la brillantina», per ripetere frasi usate in passato, che avrebbero impedito a Unipol di conquistare Bnl. «Glielhanno scippata tra le mani - afferma uno dei difensori - con la storia della consulenza di Gnutti».
Cosa contenga la memoria, al di là di una serie di nomi trapelati e facilmente individuabili tra quelli che presero posizione contro la scalata, lo scopriranno ora i magistrati che indagano sul vicenda Bnl. Consorte punta lindice e ipotizza anche una serie di reati (dallaggiotaggio alla diffusione di informazioni riservate) a carico di alcune delle persone chiamate in causa.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.