Ernesto Cazzaniga*
Ho letto con piacere e con un certo imbarazzo (per loro), quanto riportato sui roboanti «comunicati» sfornati quotidianamente sul sito dell«Intercategoriale», dove, fra le altre cose, interviene a difesa dellenunciato del presidente degli allevatori del trotto a proposito del riequilibrio del premio aggiunto a favore dei proprietari. Infatti non cè smentita alcuna, ma una conferma indiretta a quanto avevo scritto, sul rischio di un riequilibrio che andava a togliere agli allevatori per dare ai proprietari. Ma non è questa la notizia, la vera notizia è che anche la ipercritica «Intercategoriale», dopo messi di campagna forsennata sui bilanci Unire, a suo dire, ormai inevitabilmente disastrati dalla gestione Panzironi, riconosce, con grande e colpevole ritardo, ciò che è sotto gli occhi di tutti: lUnire ha iniziato la faticosissima via al risanamento è non è quindi in stato prefallimentare. Per chiudere largomento, citerei testualmente, che a proposito del riequilibrio: «si tratta solo di allineare le maggiori entrate disponibili per tutti i componenti della catena», ammettendo, alla faccia della coerenza, quanto si era dagli stessi sempre negato. Inoltre laffermazione da una «onnicomprensiva Intercategoriale», la quale dichiara: «di avere sostenuto per le elezioni Anact, la lista Brischetto» non può non creare qualche perplessità, in quanto lobbiettivo dichiarato di detta organizzazione è il rovesciamento dellUnire con tutti i mezzi ed in qualunque maniera. Questo scomodo «sostegno», non può non preoccupare gli allevatori che hanno istituzionalmente sempre avuto un ottimo rapporto di collaborazione anche critico, con lUnire che in ultima istanza è lo snodo centrale del funzionamento di tutta la «giostra» ippica. Sulla base delle considerazioni di cui sopra, ritengo che da parte dellUnire occorra, quanto prima, mettere mano ad un problema di fondo che richiede la massima trasparenza e chiarezza nella vera o supposta rappresentanza di interessi collettivi. Che diversamente rischiano essere in balìa di comportamenti poco chiari, se non piegati a interessi di parte, o peggio ancora personali. Non si può pensare, in buona fede, che le legittime istanze dei proprietari dei cavalli possano essere seriamente rappresentate da non meno di una decina di sigle, il più delle volte espressione di interessi di sparuti gruppetti di potere locali finalizzati ad ottenere «vantaggini», assolutamente incapaci di una visione complessiva degli interessi di questa importante categoria di operatori ippici. Ritengo arrivato il momento per lUnire di porre con forza al centro dellattenzione, un problema come quello sopra citato, che forse qualcuno tende a sottovalutare, ma che io riterrei fondamentale. LEnte, per effetto di un ricambio generazionale, sta perdendo quasi tutte le professionalità tecniche del settore. Ritengo pertanto vitale lapporto tecnico, nel rispetto dei singoli ruoli, di una categoria come quella dei proprietari.
Laspetto tecnico del settore, per troppo tempo sottovalutato, se non trascurato, va ricomposto con vigore e determinazione, non possiamo pensare che basti la sola stampa ippica, la quale sporadicamente lancia messaggi anche in parte condivisibili, ma estemporanei e troppo discontinui e il più delle volte di sola critica, quasi mai propositivi. A proposito del quotidiano ippico, abbiamo avuto quale eco al «ruggito del coniglio» il «belato della pecora». Il conte Melzi dEril, ex presidente dellUnire, infatti, dopo anni di esperienze in tutti i campi dellippica, non mi pare abbia partorito cose costruttive, se non generiche affermazione sulla necessità di essere propositivi: ma le proposte? Io non ne ho individuata una, solo rimasticamento degli stessi vacui concetti. Il buio più assoluto.
* ex presidente dellAnact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)
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