È un'isola felice. Ma è l'eccezione

Diventare extra cool, talmente alla moda da attirare clienti da tutta Italia e pure dall'estero, per battere la crisi nell'anno horribilis della portualità turistica. Facile a dirsi, un po' meno a farsi. Eppure a Cinquale di Montignoso, a quattro passi da Forte dei Marmi, ci sono riusciti grazie a una gestione societaria lungimirante, un grande investimento iniziale e un'offerta completa che somma a una darsena attrezzata le lusinghe, i servizi e il fascino del locale del momento, multi struttura con stabilimento balneare, ristorante, bar, discoteca e palestra.
Tutto nasce nel 2007 quando l'approdo alla foce del fiume Versilia, frequentato negli anni '60 dall'Italia più glamour dell'avvocato Agnelli e dei principi di Borbone, viene rilevato dalla Marisco Spa. Ristrutturata la marina, con finiture in travertino, per ospitare fino a 72 barche a motore, di massimo 15 metri, nel 2010 il ramo di azienda che si affaccia sul mare viene dato in gestione alla Monte Bianco Srl, famosa per aver lanciato discoteche milanesi come Hollywood, The Club o Just Cavalli. Parte così l'avventura congiunta del nuovo Sporting e del Beach Club, porto, divertimenti e relax di lusso, tutti affacciati sulla stessa darsena. Calciatori e starlette iniziano ad affollarsi sotto i tipici tendoni versiliesi della spiaggia, 200 euro al giorno per sette persone, mentre i megayacht, spesso con ospiti stranieri (soprattutto russi e olandesi) gettano l'ancora e grazie a un servizio tender si scatenano a ballare fino all'alba.
«In futuro vorremmo realizzare dei corpi morti al largo per consentire attracchi più agevoli alle barche di 25-35 metri e fruire di gommoni per raggiungerci». Sogna in grande Manuel Dallori, direttore generale del Beach, che comunque sta già per portarsi a casa un'estate da quasi tutto esaurito, felice specchio di quella del porticciolo dove le presenze non sono crollate come altrove. C'è una clientela medio-alta, infatti, che ama coniugare l'andare per mare con la più tranquilla vita da sedia a sdraio, e continua ad apprezzare il piacere di scendere dalla barca e far giocare i bambini sulla sabbia.
«Abbiamo registrato un calo dei contratti stagionali del 10 per cento rispetto al 2011 che però è stato compensato con gli ormeggi di transito», spiega l'amministratore delegato Ferdinando Braconi. «La crisi la sentiamo anche noi - gli fa eco il presidente Emanuele Ricciardi - ma l'essere un porticciolo di nicchia finora ci sta premiando».
Galleggiare egregiamente nei marosi della difficile congiuntura economica, però, può non bastare se la struttura sorge su un demanio marittimo di oltre 10mila metri quadrati. C'è infatti da avere a che fare pure con la nota direttiva europea Bolkestein, quella che obbliga gli Stati membri a rimettere in discussione tramite procedure di evidenza pubblica le concessioni balneari, senza più rinnovi automatici, e che potrebbe far riassegnare tutto a un miglior offerente.


«Considerato il clima di incertezza, per ora abbiamo rinunciato a investire nell'allungamento del pontile, cosa che ci avrebbe permesso anche di ampliare la nostra clientela, aprendoci a yacht più grandi», spiegano. Fortuna che tutte le sere d'estate, fuori dalla discoteca, c'è la coda, e essere i più trendy aiuta a guardare al futuro con maggiore serenità.

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