Università, la carica degli aspiranti ingegneri

CLASSIFICA Grande richiesta per medicina e lingue. Restano stabili lettere e matematica

Ingegneria o Economia non importa. Ciò che conta è che la laurea sia «professionalizzante» e facilmente collegata con il mondo del lavoro. È questa la tendenza dell’anno accademico 2008/2009 che premia, appunto, i corsi di studio in Economia e Ingegneria, cresciuti esponenzialmente in tutte le università della Lombardia. Le iscrizioni sono aumentate, rispettivamente, del 7,4 e 5,6 per cento nel territorio regionale. Tradotto: le matricole hanno raggiunto quota 8.784 nelle facoltà di Economia e 6.388 in quelle di Ingegneria. Tutto merito della buona reputazione degli atenei lombardi, spiegano gli esperti, ma soprattutto della facilità di accesso al mondo del lavoro che premia chi decide di intraprendere questi percorsi. «A invogliare i giovani è soprattutto la certezza di trovare lavoro in tempi rapidi - afferma Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano -. A questo si aggiunge la qualità del nostro istituto, che attira studenti da altre parti d'Italia e del mondo».
Il boom di immatricolazioni riguarda la facoltà di Ingegneria del Politecnico, che con i suoi 4.451 iscritti segna una crescita del 12,5 per cento rispetto allo scorso anno accademico. Il corso più gettonato è quello di Ingegneria industriale - meccanica, energetica e aeronautica -, che ha ottenuto l’incremento più evidente. Per quanto riguarda la laurea in Economia, invece, le iscrizioni sono cresciute soprattutto alla Bicocca di Milano. Ma il boom, nel resto della regione, riguarda anche l’Insubria di Varese e la Liuc di Castellanza. Molto gettonata è anche la Bocconi, che quest’anno ha allargato il numero chiuso a 2.283 matricole, aumentando le borse di studio concesse per merito: 270 contro le 200 dello scorso anno. Del resto, il 96 per cento dei nuovi laureati riesce a trovare lavoro a un anno e tre mesi dal termine degli studi. Record, questo, che la Bocconi condivide con il Politecnico. Secondo un'indagine condotta dallo stesso ateneo, infatti, quasi tutti i laureati trovano un impiego a pochi mesi dalla conclusione degli studi. Il 20 per cento è addirittura conteso da più aziende il giorno dopo il conseguimento del titolo di studio.
Il boom di iscrizioni premia anche le altre facoltà scientifiche. Medicina, per esempio, segna quest’anno una crescita dell’otto per cento, spinta soprattutto dalla laurea in Scienze infermieristiche. Molto richiesti sono anche i corsi di Lingue, che crescono del 2,4 per cento. Restano stabili, invece, le immatricolazioni nelle facoltà di Lettere e filosofia e Scienze matematiche, fisiche e naturali. Segnano invece il passo i corsi di studi in Giurisprudenza (-3,3 per cento) e Scienze politiche (0,1 per cento).

Il calo più evidente riguarda l’università Cattolica di Milano, dove gli iscritti alla facoltà di Scienze politiche sono diminuiti del 26 per cento. La «colpa» sarebbe dei corsi di laurea affini, che offrendo una maggiore specializzazione catalizzano l’interesse dei ragazzi. Che sempre più spesso decidono di frequentare Sociologia e Scienze della comunicazione.

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