Leggi il settimanale

Università, ecco il sì alla riforma «In vigore già il prossimo anno»

RomaLa riforma universitaria è legge. Via libera dal Senato con 161 sì da parte di Pdl, Lega e Fli, 98 no, Pd e Idv, e l’astensione di Api, Udc e Autonomie. Dopo tre giorni passati col fiato sospeso il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini è scesa dalle montagne russe dove è stata sballottata dall’ostruzionismo delle opposizioni, dalle piazze in fermento e pure dalla temporanea intemperanza della leghista Rosi Mauro, che ha rischiato di far tornare il ddl alla Camera. Il ministro non si è fatta sbalzare fuori dai binari ed è arrivata al traguardo anche se il varo del ddl è un punto di inizio, perché dovrà affrontare i decreti attuativi e la prova della tenuta della legge nelle sue complesse applicazioni. Si partirà subito, assicura il ministro, che respinge le accuse delle opposizioni sul punto più dibattuto: la mancanza di risorse.
«Ho i soldi, è stato stanziato un miliardo di euro nella legge di stabilità che è sufficiente per garantire le spese di funzionamento e il riconoscimento degli scatti meritocratici di ricercatori e professori - assicura la Gelmini - ci sono pure 125 milioni di euro per le borse di studio».
I tempi saranno davvero brevi per quella che è una riforma di sistema, organica, che scardina gli attuali meccanismi di funzionamento degli atenei nella prospettiva di una modernizzazione che riporti l’università italiana all’eccellenza che la contraddistingueva nel passato.
«È già stato predisposto il decreto attuativo per il reclutamento con la promozione attraverso un concorso di 1.500 posti da professore associato - spiega il ministro - nel prossimo consiglio dei ministri presenteremo il provvedimento e nell’arco di sei mesi tutti i regolamenti ed i decreti previsti saranno ultimati. Da parte mia c’è ora la massima disponibilità a correggere quel testo per migliorarlo - ha concluso -. Alla ripresa, dopo la pausa natalizia, incontrerò gli studenti per discutere sui decret».

le nuove norme per il reclutamento dei docenti partiranno già col prossimo anno accademico. «Non più concorsi truccati - insiste il ministro - ma abilitazione nazionale e procedure trasparenti». Insomma addio ai baroni.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica