Scriveva Vittorio G. Rossi, che di mare sintendeva, eccome: «Luomo di mare non è un uomo come tutti gli altri. Il mare gli toglie molte cose, ma quello che gli dà il mare, nessuno in terra glielo può dare». Non a caso il comandante Pro Schiaffino - un altro che il mare ha vissuto, sofferto, amato e narrato, e che di mare sintende parecchio - ha aperto il suo libro più recente, «Quando il mare racconta in prima persona», con un capitolo che è soprattutto un omaggio a Vittorio G. Rossi, giornalista, scrittore, navigatore di oceani e di animo umano.
E sì, perché Rossi - lo rammenta spesso un suo grande amico, il professor Decio Lucano, egli stesso giornalista e scrittore - è un po anche la fonte e lapprodo, è il porto di partenza e darrivo di ogni persona che ha navigato e naviga prima col pensiero e poi nella realtà, vivendo lesperienza «sulla propria pelle», a bordo di ammiraglie o soltanto di un barco o di una feluca.
A Rossi si sono ispirati e sispirano ancora, ben al di là delle contingenti mode letterarie, tutti coloro che cercano e trovano nel mare la metafora più autentica della vita, fra quiete e tempesta, in perenne ricerca (doverosa e sostanzialmente vana) di stabile equilibrio. A lui si ispira, dunque, anche Schiaffino che comunque, dopo lomaggio doveroso e sentito al «maestro», prende una rotta tutta sua, da comandante esperto e appassionato. Che tocca diversi scali: i sommergibili in guerra, il violatore dei blocchi, il rimpatrio dei civili italiani dallAfrica (lepopea-odissea della «navi bianche» in tempo di guerra, di cui ha appena scritto memorie suggestive Massimo Zamorani, protagonista diretto di quei giorni), la «nostra» nave (fra sogno e realtà trasfigurata), e la missione speciale. Per concludere con un «piccolo dizionario marinaro» che, con arguzia e puntiglio, fa giustizia di tanti luoghi comuni lessicali e comportamentali.
I racconti, lo stesso dizionario voluto dallAutore, che è direttore del Museo marinaro «Gio Bono Ferrari» di Camogli, sono altrettanti capitoli di un itinerario originale e illuminato, e per certi versi tormentoso e tormentato, segnato da dolori e sconfitte, da bufere e tempeste, ma anche da molte gioie e confortanti successi, sempre vissuto a testa alta: con lanimo orientato alla méta che, prima di materializzarsi davanti agli occhi, è già ben presente nella mente e nel cuore di chi la sa vedere.
Davvero pagine di vita vissuta, quelle del comandante Schiaffino. Pagine di mare, ma non solo.
Pro Schiaffino: «Quando il mare racconta in prima persona», 150 pagine. S.i.p.
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