Paola Bulbarelli
Già dallinvito si capiva che lappuntamento era inusuale. E così è stato, promessa mantenuta. Perché presentare uova speciali, preziose come gioielli (o forse sta proprio lì laffinità) tra zibellini, visoni e volpi non sera mai sentito prima. «In effetti, non sembrava più di essere in un atelier di pellicce ma in un museo di oggetti darte», ha detto Simonetta Ravizza, nome ben noto a chi ama ornarsi delle pelli più pregiate. «È stato un punto dincontro tra moda e arte, due mondi sublimati dalla creatività». Nella sua boutique di via Montenapoleone è stato un continuo susseguirsi di amiche che hanno ammirato, e acquistato, centinaia di uova in vetro soffiato a bocca e decorato a mano, di Simona Manfredi. Belle da lasciare a bocca aperta e con un fine nobile: una parte del ricavato verrà devoluto allassociazione «Clown in corsia», volontari che seguono i bimbi ricoverati negli ospedali.
Di tre dimensioni, piccole, medie e grandi, le uova erano strepitose per colori e disegni. «Luovo da sempre è simbolo di perfezione creativa spiega la creatrice - in tutte le epoche è stato considerato loggetto di culto, dono augurale, portatore di benefici influssi». Allinizio, spiega, «erano considerate un dono popolare ma, addirittura dal XII secolo, le case reali e la nobiltà iniziano a rivolgersi ai più valenti maestri orafi per disegnare uova speciali. Finché nel 1884 Carl Fabergé riceve dallo zar Alessandro III lincarico di creare un uovo prezioso per la zarina Maria». La storia delle uova di Fabergé è davvero intrigante fino al punto da essere protagonista di pellicole cinematografiche.
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