Urgente: serve un Dottore per il motomondiale

Sesto, ma poteva concludere settimo se Dovizioso non si fosse impantanato. Sesto con la spalla che fa male vero, male boia di notte, male sempre, e a trecento all’ora non è un dettaglio. Valentino Rossi è un Dottore che ha bisogno di un dottore che lo accudisca e sistemi. Professionista com’è, quando ha compreso che la spalla era più traditrice della gamba riaggiustata a suon di chiodi, dolore e pazienza, non ci ha proprio pensato a starsene a casa, a curarsi per farsi trovare prontissimo nel 2011 in sella alla Rossa del suo futuro. La Ducati. No. Perché non era e non è nelle sue corde far così e perché non avrebbe gradito che qualcuno si permettesse di dire o pensare che il Vale lasciava a metà stagione la Yamaha per caricare le pile in vista della Ducati. Ora, però, nessuno potrà dirlo o pensarlo. Ora che tutti hanno visto quanto ci ha messo l’anima per anticipare i tempi del rientro, ora che la spalla l’ha manifestatamente tradito, continuando a tormentarlo. Per cui fa bene a dire «non voglio, ma operarmi prima della fine della stagione potrebbe diventare un’opzione da valutare...». Si vedrà.
Sesto, ma poteva concludere settimo, il Vale; e quarto, ma era terzo fino a un respiro dal traguardo, Lorenzo. Erano 47 Gp di fila che la Yamaha non mancava il podio. Dunque, indietro anche lui, Jorge, il compagno, l’erede, l’uomo talentuoso che a suon di risultati e giovinezza ha levato al nostro, da sotto il sedere, il trono Yamaha. Certo, ora per Rossi c’è la Ducati, il sogno, italiano su italiana, un mondiale tutto tricolore da andare a cacciare, ma se non ci fosse stato un Lorenzo in Yamaha, il Vale dei valori e della tribù, il Vale del sentirsi a casa prima di tutto, non sarebbe mai andato via.
Sesto lui, quarto l’altro in questo Gp di Aragona. Lui con il morale sotto i piedi, le viti nella gamba e la spalla che scricchiola; l’altro sano come un pesce, leader del mondiale e guida di una Yamaha da far correre e sviluppare. Già, mondiale e moto. Doveroso farci caso: come in F1, nel motomondo si prova poco o niente; come in F1 si fa attenzione ai dané, però da quando Valentino viene tenuto ufficialmente all’oscuro delle novità Yamaha, da quando il punto di riferimento tecnico è diventato lo spagnolo, ecco che il ragazzo perde punti e la Yamaha non è più un missile.


Ma dai? Vuoi vedere che il team giapponese scopre adesso quanto il Vale nazionale fosse importante con la sua sola presenza attiva, con la sua ingordigia agonistica, con le sue innate doti di team leader? E visti i riferimenti alla F1 di cui sopra, è doveroso fare caso anche a un’altra cosuccia: qualcuno si è per caso accorto quanto, senza il Vale in configurazione vittoria, siano diventate noiose le gare dei Lorenzo e Pedrosa e, massì - senza nulla togliere alla nostra meravigliosa Ducati - di Stoner dominatore? Quasi quasi la bistrattata F1, con cinque impenitenti a guerreggiare per il mondiale e a darsi sportellate, quasi quasi è molto più divertente. Fino all’anno prossimo, fino alla Rossa di Rossi.

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