Uri Geller piega gli avversari e compra all’asta la villa di Elvis

In palio su internet la prima dimora del cantante. Prezzo finale 950mila dollari

Uri Geller piega gli avversari e compra all’asta la villa di Elvis

Guido Mattioni

In un Paese senza sangue blu, qual è l’America, può accadere che un aspirante Re, per mettere su casa, debba fare un mutuo. Accadde nel ’56, al ventunenne Elvis Aaron Presley, fresco dei primi guadagni con le canzoni All Shook Up e Don’t be cruel. Insieme a mamma Gladys e papà Vernon lasciò un anticipo di 500 dollari per una villetta in stile ranch al 1034 di Audubon Drive, a Memphis. Il resto a rate. Ieri, quelle quattro stanze e due bagni dove The Pelvis visse soltanto 13 mesi prima di trasferirsi (ormai già incoronato The King) nella pacchianissima reggia di Graceland, sono state vendute a un’asta online di e-Bay per 905.100 dollari, pari a 713.350 euro.
Ad aggiudicarsi l’ultimo anello delle memorabilia presleyane, è stato il sensitivo israeliano Uri Geller, divenuto ricco e famoso per la sua presunta capacità di piegare posate con la sola forza del pensiero. «Siamo incredibilmente felici, è un pezzo di storia», ha dichiarato Geller, grande fan, oltre che amico, del re del rock and roll e appassionato collezionista di oggetti che gli erano appartenuti. Plurale d’obbligo, non maiestatis, il suo. Perché per strappare la casa ai concorrenti, Geller si è alleato con l’avvocato newyorkese Jim Gleason e con Lisbeth Silvandersson, creatrice di gioielli britannica di origine svedese. «La restaureremo e le restituiremo la sua gloria - ha annunciato il sensitivo -. Ci piacerebbe portarci in visita bambini malati, israeliani e palestinesi, oltre che americani. E spero che un giorno avremo l’autorizzazione per farne un museo».
Appunto. Perché forse, al di là delle lodevoli intenzioni espresse a caldo, per i tre soci (parafrasando Bogart in Casablanca) questo potrebbe essere l’inizio di un ottimo affare, più che di una bella amicizia. Quei 905.100 dollari potrebbero essere stati infatti un ottimo investimento, tenuto conto che la più celebre residenza di Graceland si è trasformata, per i discendenti di The King, in una miniera d’oro che rende 40 milioni di dollari all’anno.
Un ottimo affare lo hanno comunque già messo a segno gli occhiuti coniugi Mike e Cindy Hazen, che avevano comprato la «real casa» qualche anno fa, dai suoi ultimi e presumibilmente ignari proprietari, per 180mila dollari. Insomma, una bella plusvalenza di 725.100 bigliettoni, più forte perfino dell’incredibile bolla speculativa vissuta in questi anni dal mercato immobiliare statunitense.
Per aggiudicarsi quella che fu la prima dimora acquistata da Elvis, sono scesi in gara in un mese, dal 15 aprile scorso, 73 contendenti che hanno fatto lievitare via via la base d’asta di 100mila dollari fino alla sua aggiudicazione finale. Ma la gara, come accade in occasioni di questo genere, quando cioè vengono messi in vendita oggetti o beni appartenuti ai «ricchi e famosi», ha avuto un ben più vasto pubblico di spettatori: sono stati infatti 233.007 i visitatori virtuali che hanno curiosato almeno una volta durante lo svolgimento delle «sedute» d’asta.
Per chi invece non ci avesse dato nemmeno un’occhiata, possiamo aggiungere che nella casa di Audubon Drive il re del rock aveva fatto costruire anche una piscina di 15 metri di lunghezza e un garage per le sue motociclette. Si sa inoltre che l’ingresso era stato fatto tappezzare dallo stesso Elvis con una carta da parati decorata con le note musicali. Ovvero il kitch ancora prima di Graceland.
Geller, che ha una «fascinazione paranormale» - sono parole sue - per il numero 11, aveva fissato un tetto di 1,11 milioni di dollari.

E domenica, ad asta chiusa, dice lui, quando stava mandando un sms al socio Gleason, numero 11 nella sua agenda telefonica, «la radio ha iniziato a suonare una canzone di Elvis. Era lui, e mi diceva che avevo vinto io». E chi vuole ci creda pure. Come ai cucchiaini piegati col pensiero.

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