Gli Usa: faremo luce su Haditha

da Washington

Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha definito ieri «inquietanti i resoconti dei media sulla strage di Haditha», e ha assicurato che «se sarà dimostrato che sono state violate le leggi, i colpevoli saranno puniti». Secondo testimonianze, il 19 novembre scorso, a Haditha, nel nord dell’Irak, soldati americani fecero irruzione in una casa e spararono sui civili per vendicare un loro commilitone ucciso. Morirono 24 persone, tra cui donne e bambini.
A complicare la posizione dei soldati americani in Irak è intervenuto ieri anche il nuovo ambasciatore iracheno a Washington, Samir Al Sumaidaie. In un’intervista alla Cnn ha detto di ritenere che un suo cugino sia stato ucciso «intenzionalmente» da un militare Usa ad Haditha qualche tempo prima della strage del 19 novembre. Il massacro, stando alle informazioni in possesso del diplomatico è stato compiuto «a sangue freddo». Il rappresentante del governo iracheno a Washington ha espresso il timore di un rischio di copertura o manipolazione nelle indagini in corso.
Bush, prima di parlare di Irak (dove ieri il premier Nouri al Maliki ha imposto lo stato d’emergenza a Bassora a causa degli scontri tra fazioni sciite), aveva assistito in una sala della casa Bianca alla proiezione di «United 93». A conclusione del film il presidente si è mostrato emozionato.

Il film racconta la tragedia dei passeggeri e dell'equipaggio a bordo di uno dei quattro velivoli dirottati dai terroristi di Al Qaida l'11 settembre 2001. L’aereo precipitò in Pennsylvania mentre i passeggeri tentavano di strappare il controllo ai terroristi.

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