Usa, iniezioni di staminali nel cervello per salvare sei bimbi da un morbo letale

I piccoli affetti da una malattia che acceca e poi uccide

Mariuccia Chiantaretto

da Washington

Sei bambini affetti da una grave malattia neurodegenerativa saranno sottoposti al primo esperimento in cui verranno impiantate cellule staminali nel cervello. L’intervento è stato approvato dalla Food and Drug Administration (Fda) su richiesta della StemCells di Palo Alto, la compagnia fondata da uno dei luminari della ricerca sulle staminali, il professor Irving Weissman. L’operazione sarà eseguita dal professor Stephen Huhn, primario di neurochirurgia dello Stanford University Medical Center in California. Dal successo di questo primo test dipende la possibilità di curare moltissime altre malattie neurodegenerative. I sei bambini sono affetti dal morbo di Batten, una rara malattia infantile che colpisce il sistema nervoso. Il morbo di Batten è mortale, ma prima di uccidere rende le giovani vittime cieche, incapaci di parlare, paralizzate. È provocato da un gene difettoso che non produce un enzima necessario alla pulizia del cervello.
Prima di procedere con il tentativo di operare i sei bambini gli scienziati californiani hanno condotto per anni esperimenti sui topi. «Ormai non c'era altro da fare - ha spiegato il direttore della StemCells Martin McGlynn - se non procedere su esseri umani. Non possiamo domandare ad un topo come si sente».
L’approvazione dell’Fda ha provocato reazioni. «Sono sicuro - ha commentato Arthur Chaplan, direttore del centro di Bioetica dell'Università della Pennsylvania - che non esiste per ora alcuna minaccia all’identità dell'individuo ma ci incamminiamo su una via che può essere contestata». Il professor Chaplan è perplesso anche perché saranno usate cellule staminali ricavate da feti abortiti, una scelta che potrebbe innescare polemiche e dimostrazioni di protesta. Il procuratore federale di Santa Ana in California, Marcus Kerner, padre di un bambino affetto dal morbo di Batten, è pieno di speranza. «Chiederò - ha annunciato - di poter far partecipare all'esperimento anche mio figlio Daniel di cinque anni». Il direttore della StemCells di Palo Alto, Martin McGlynn, ha spiegato d’aver ottenuto le cellule che verranno usate sui sei bambini da una fondazione che opera senza fini di lucro per raccogliere materiale di recupero dalle sale operatorie.
La strada per arrivare al nulla osta della Fda non è stata priva di ostacoli. La StemCells ha presentato la domanda per il via all'intervento nel dicembre del 2004. Ma è stata bocciata. Gli esperti federali non erano soddisfatti del rapporto e volevano più particolari sul modo in cui sarebbero state usate le staminali. «Ciò che abbiamo fatto negli scorsi mesi - ha spiegato McGlynn - è più unico che raro. Siamo nel campo del pionierismo, non siamo in grado di prevedere esattamente cosa succederà. Ci rendiamo conto che queste cellule, una volta trapiantate non potranno più essere prelevate».

Secondo i dati forniti alla Fda il primario di Neurologia dell’Università di Stanford, Stephen Huhn, perforerà in diversi punti il cranio dei bambini per iniettare loro nel cervello le cellule staminali. Ai pazienti verranno somministrati farmaci per impedire al sistema immunitario d’attaccare le nuove cellule ed i ragazzini verranno tenuti in osservazione per un anno.

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