Nicole Leszczynski non avrebbe mai immaginato che due panini al pollo e insalata consumati in un supermercato di Honolulu sarebbero costati l'arresto a lei e a suo marito. E mentre loro andavano in carcere, la figlia finiva in una comunità per minori. E solo per aver scordato di pagare lo spuntino, acquistato, insieme ad altra merce, all'interno di un supermercato. «La cosa più ridicola che mi sia mai capita» ha detto singhiozzando appena uscita di prigione.
Leszczynski, 28 anni, incinte di 7 mesi e suo marito Marcin, 33, sono stati infatti ammanettati, messi in cella e quindi rilasciati dopo il pagamento di una cauzione di 50 dollari. La loro permanenza al posto di polizia è durata solo poche ore, ma nel frattempo la loro figlia Zofia, 3 anni a dicembre, ha dovuto passare la notte in un comunità. E ora la loro vicenda sta diventando un caso nazionale negli Stati Uniti con la catena dei supermercati «Safeway» costretta a chiedere scusa.
I Leszczynski si erano appena trasferiti dalla California alle Haway per andare a vivere in un appartamento al centro di Honolulu. L'altro giorno erano usciti per fare spese, finendo appunto in un punto vendita della catena «Safeway». Affamati, mentre si aggiravano tra gli scaffali, avevano preso un paio di panini che avevano divorato comminando. Arrivati qualche minuto dopo alle casse, hanno regolarmente pagato la merce pagata, per un totale di 50 dollari, dimenticando però i 5 per lo spuntino.
«Quando l'addetto alla sicurezza ci ha fermati ero davvero imbarazzata, mi sono scusata e ho chiesto di pagare, ma lui ha risposto che il responsabile del supermercato non lo avrebbe permesso - racconta Nicole -. Allora ho chiesto di parlare con lui ma la guardia mi ha risposto che è contro la loro politica permettere di pagare dopo che la merce ha lasciato il supermercato e che saremo stati denunciati per taccheggio». Morale: solo dopo quattro ore è arrivato un poliziotto che ha letto ai coniugi i loro diritti e una donna dei servizi sociali statali ha preso in consegna la bambina. La donna è rimasta calma fino a quando hanno portato via la bambina: «Non volevo spaventare Zofia, perché non aveva mai passato una notte lontano da noi, non aveva i suoi animaletti, nemmeno lo spazzolino da denti. Ma appena si è allontanata ho avuto una crisi isterica, sono andata in bagno e ho dato di stomaco». Quindi i due coniugi sono stati ammanettati, caricati in auto separate a portata al comando di polizia, distante pochi isolati, e trattenuti alcune ore. Dopo aver pagato 50 dollari di cauzione un agente li ha scortati fino al supermercato, che li ha «banditi» per un anno, hanno recuperato la loro spesa e finalmente hanno potuto far ritorno a piedi nella loro abitazione ormai a mezzanotte passata. Dopo una notte insonne, il giorno seguente hanno potuto recuperare la bambina e prendere contatto con un legale che ha suggerito loro di rendere nota la loro disavventura.
A quel punto la catena dei supermercati «Safeway» ha annunciato di voler riesaminare l'incidente. «Non è mai stato nei nostri intenti separare una madre dai suoi figli. Questa è stata solo una conseguenza davvero sfortunata - ha spiegato Susan Houghton, portavoce del gruppo commerciale che ha sede in California -. Comprendiamo l'indignazione e ci scusiamo per il modo in cui l'intera vicenda è stata tratta».
Il mese prossimo la coppia si presenterà davanti alla corte per i reati minori e ancora non ha deciso se presentare a sua volta una denuncia. Mentre prima di decidere il da farsi, la «Safeway» vuole leggere con attenzione il rapporto di polizia e rivedere i filmati delle telecamera di sicurezza interna.
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