Usa, sigarette «leggere» in tribunale

da Milano

Negli Stati Uniti continua la guerra del tabacco a colpi di cause collettive. Questa volta, nel mirino sono finite le sigarette light. Un giudice federale di New York ha infatti stabilito la legittimità di una class action contro la divisione Altria di Philip Morris, Rj Reynolds Tobacco, Liggett Group e British American Tobacco, avendo riconosciuto che i consumatori di sigarette «light» sono stati raggirati. L’azione legale era infatti scattata sulla base dell’accusa che le compagnie del tabacco avessero fatto credere che le sigarette leggere sono meno dannose delle altre. La decisione di coinvolgere milioni di fumatori e di ex fumatori di sigarette leggere si basa sulla sentenza di un giudice di Brooklyn, che nel 2004 aveva condannato alcuni dei principali produttori di «bionde» tra cui la Philip Morris e la Reynolds, a pagare una multa di 200 miliardi di dollari. Potrà partecipare alla class action chiunque abbia acquistato sigarette light, apparse sul mercato negli anni Settanta. In tutto si tratta potenzialmente di decine di milioni di persone, che potranno sostenere di essere stati attirati da una pubblicità menzognera. «Sapevano che stavano vendendo la morte», ha detto Michael D. Hausfeld, avvocato che rappresenta i consumatori. Hausfeld ha spiegato che, negli ultimi tre anni, almeno il 90% dei suoi clienti ha acquistato le sigarette «light» convinto che fossero meno nocive rispetto a quelle normali.

«Dissentiamo con la decisione del giudice di consentire una causa collettiva in questo campo e perseguiremo ogni strada, intentando un ricorso», ha invece replicato David Howard, portavoce di Reynolds, mentre anche da Altria è stato annunciato un ricorso contro la decisione.

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