Usa, la svolta di Obama: Panetta a capo della Cia

A capo della Cia va l’italo-americano Leon Panetta. Era stato capo di gabinetto della Casa Bianca al tempo di Bill Clinton. Dato il suo background, Panetta è una scelta poco convenzionale per guidare la Cia che ha mostrato di non gradire direttori venuti dall’esterno

Usa, la svolta di Obama: Panetta a capo della Cia

New York - Il presidente eletto Barack Obama ha scelto l’italo-americano Leon Panetta come capo della Cia. Panetta è stato capo di gabinetto della Casa Bianca al tempo di Bill Clinton. Dato il suo background, Panetta è una scelta poco convenzionale per guidare la Cia che ha mostrato di non gradire direttori venuti dall’esterno. È stato deputato e poi Chief of Staff con Clinton dimostrando competenze in materia di budget ma scarsa esperienza nei servizi segreti.

Un calabrese al timone della Cia A due settimane dall’insediamento, Obama completa la propria squadra colmando le caselle ancora vuote sul fronte dell’intelligence. Panetta, calabrese d’America ed ex capo di gabinetto di Bill Clinton, sarà il nuovo direttore della Cia mentre l’ex ammiraglio Dennis Blair è stato additato alla testa del direttorato per l’intelligence nazionale. La nomina di Panetta annunciata in forma ufficiosa dalla squadra di transizione, ha creato sorpresa tra i media Usa. 70 anni, californiano di Monterey dove i suoi genitori Carmelo e Carmelina avevano un ristorante, il futuro capo della Cia è considerato una scelta poco convenzionale per guidare un’agenzia che in passato ha mostrato di non gradire troppo direttori venuti dall’esterno.

Una squadra da rifondare Panetta eredita una squadra in crisi sul fronte del morale dopo le stragi dell’11 settembre, la mancata cattura del loro mandante Osama bin Laden e il clamoroso fiasco dell’intelligence americana in Iraq. Nel background di Panetta, sia da deputato che alla Casa Bianca ci sono forti competenze manageriali e in materia di budget, ma scarsa esperienza diretta nel settore dei servizi segreti. Altri capi della Cia venuti dall’esterno sono stati Stansfield Turner e John Deutch e non hanno avuto vita facile. Che Obama si sia deciso a nominare Panetta è un segnale delle difficoltà del presidente eletto a trovare un direttore senza legami con i controversi programmi antiterrorismo dell’amministrazione Bush.

I compiti di Panetta "Panetta porta una vasta esperienza di governo al posto di capo della Cia", ha commentato l’ex collega Lee Hamilton, che ha guidato la commissione intelligence della Camera e ha fatto parte del’Iraqi Study Group. Come capo della Cia Panetta dovrà riferire a Blair che, una volta confermato dal Senato, prenderà il posto di Mike McConnell. Panetta è stato deputato per otto mandati prima di diventare nel 1993 direttore del bilancio di Clinton e, dal 1994 al 1997, capo di gabinetto. Le sue radici italo-americane sono solide e profonde: "I miei genitori hanno attraversato l’oceano per dare ai figli un futuro migliore. Da loro ho imparato a credere nella famiglia, nella fede, nel lavoro, nell’onestà. Sono valori che ho cercato di trasmettere ai miei tre figli", aveva detto nel 2004 in una intervista alla Niaf, l’organizzazione-ombrello degli italo-americani: "Loro sono perfettamente nelle società Usa ma nel profondo del cuore sono orgogliosi di essere italiani".

L'ostacolo al Senato La scelta di Leon Panetta come direttore della Cia ha incontrato un pericoloso ostacolo in Senato. La senatrice Dianne Feinstein, democratica e californiana come il futuro capo degli 007, ha detto che a suo avviso il timone dell’agenzia di Langley deve essere affidato a un "professionista dell’intelligence". Come dire che Panetta, ex direttore del Bilancio e poi ex capo di gabinetto con Bill Clinton, non ha sufficiente esperienza.

Il parere della Feinstein è di grande peso: la senatrice è la futura presidente della Commissione Servizi Segreti attraverso le cui forche caudine Panetta dovrà passare per strappare la ratifica parlamentare prevista dalla Costituzione. In una dichiarazione diffusa a Capitol Hill la Feinstein è apparsa sorpresa e indispettita dalla nomina: "Non ne so niente, so soltanto quello che ho letto sui media".

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