nostro inviato ad Avellino
«Comunicare in presa diretta», a tu per tu con il cittadino, per evitare «manipolazioni, disinformazioni». Il silenzio forzato è alle spalle, così come la febbre alta della scorsa settimana. E così, «con quattro chili in meno», Silvio Berlusconi approfitta della quinta tappa di Governincontra, che va in scena al Teatro Gesualdo di Avellino, per rivendicare i successi ottenuti dall'esecutivo nei suoi primi nove mesi d'attività (abolizione dell'Ici, soluzione dell'emergenza rifiuti, fallimento Alitalia evitato, nuovo impulso al settore infrastrutture), assicurare che il Paese uscirà presto e meglio di altri dalla crisi economica, ribadire la necessità di riformare la giustizia, limitando le intercettazioni.
Collegato telefonicamente da Arcore, il premier elogia innanzitutto il «nuovo metodo comunicativo, franco e costruttivo» del governo, affidato al ministro per l'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi. Un metodo giusto, per evitare distorsioni, come avvenuto lo scorso 20 dicembre, alla conferenza stampa di fine anno. «Il giorno dopo, nonostante una mia lunga introduzione - riferisce il presidente del Consiglio - non è uscita una riga su quanto già fatto dal governo. Tutti, invece, si sono concentrati sul presidenzialismo. In realtà, rispondendo a una domanda, ho spiegato che non era, e non è mai stato, un tema all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri».
«Ho affermato - aggiunge - che entro la legislatura avremmo potuto affrontare il problema, con l'accordo di tutte le parti politiche». E invece, attacca il Cavaliere, «mi attribuiscono altro». Si è trattato di una «ennesima manipolazione, fatta ad arte per suscitare polemiche».
Archiviata la bega mediatica, Berlusconi rivendica di essere alla guida di «un governo che non ha precedenti», in fatto di risultati. Ricorda, quindi, che grazie al suo intervento Alitalia non è stata svenduta ai francesi. E, puntando l'indice contro la sinistra, rimarca: «Non è vero che i 4 miliardi di debiti pregressi saranno a carico dei cittadini. Invece, saranno a carico degli azionisti». Affermazioni che per la sinistra e lUdc sono solo «frutto di fantasia».
Si passa alla crisi, con il consueto invito alla fiducia, dato che la sua «estensione temporale e la sua profondità dipenderanno dalla capacità di tutti noi». Tanto da ripetere: «Sono fiducioso che ne usciremo meglio di altri Paesi, grazie anche alle nostre banche, che non sono avvelenate da titoli tossici, e alle nostre famiglie, che risparmiano e hanno un debito privato contenuto». Il Cavaliere, inoltre, sottolinea che «il pacchetto dei nostri interventi per l'economia è pari, in totale, a 40 miliardi in tre anni. Soldi reali, una cifra compatibile con il nostro debito pubblico, che salirà a 80 miliardi con i contributi europei». E a giorni, prosegue, «vareremo un nuovo provvedimento per il credito al consumo e per garantire settori strategici», come l'auto e la componentistica. Sul fronte infrastrutture, invece, Berlusconi ricorda che «per realizzare grandi opere occorrono 10-15 anni» e che «stiamo agendo con la determinazione necessaria». Stesso impegno, messo in campo dal governo, anche sul settore energetico, «attraverso il rilancio del nucleare e con accordi sulle forniture di gas».
Altro capitolo chiave: la giustizia. «Stiamo lavorando alla riforma del settore penale», rilancia il premier, che ricorda: «Non ci sarà la separazione delle carriere, ma quella degli ordini». Quindi, «quello degli avvocati dell'accusa diviso da quello degli avvocati della difesa». Il testo della riforma, informa, «è pronto e sarà approvato in uno dei prossimi Cdm». Inevitabile un passaggio dedicato al nodo intercettazioni, «usate a strascico». «Mi ero impegnato a combattere la violazione della privacy, con pubblicazioni di conversazioni anche di persone non indagate e sbattute come mostri sui media», dichiara Berlusconi, convinto che «anche quest'impegno, pur se con molta difficoltà, è stato mantenuto». Ovvero, c'è accordo nella maggioranza per «limitarle ai reati più gravi e per un tempo massimo di 30 giorni, prolungabile per altri 15 più 15».
Infine, un occhio alla politica estera, dove, «con il nostro governo, l'Italia ha recuperato autorevolezza».
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