Usura Imprenditori complici di riciclaggio di soldi sporchi

Da complici nel riciclaggio dei proventi del narcotraffico a vittime dell’usura, costretti a restituire i soldi avuti «in prestito» e non reinvestiti a tassi fino al 240 per cento. È la singolare sorte toccata ad alcuni degli imprenditori immobiliari (perlopiù laziali) indagati nell’ambito dell’operazione «Money bags» condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma, dai Carabinieri del comando provinciale di Viterbo e dall’VIII gruppo della polizia municipale della capitale. Operazione che ha portato all’esecuzione di otto ordinanze di custodia cautelare in carcere (di cui tre ai domiciliari), alla denuncia di 21 persone implicate a vario titolo, e al sequestro preventivo di beni per un valore di circa tre milioni. Le indagini sono state innescate da una serie di sequestri di cocaina per un totale di 80 kg proveniente dalla Spagna. Dietro i finanzieri hanno scoperto un’organizzazione ben ramificata, con basi a Roma e Milano, che reinvestiva gli introiti sul mercato immobiliare. Da qui la necessità di rivolgersi a imprenditori del settore da utilizzare come «soci» per ottenere finanziamenti dal circuito legale, al quale i componenti dell’organizzazione non avrebbero potuto accedere avendo precedenti penali specifici ed essendo alcuni di loro addirittura in cercere.
Con i soldi «sporchi» sono stati comprati, tra l’altro, una lussuosa villa con relativo terreno in provincia di Terni (in uso al capo), altri appartamenti e auto di lusso, mentre delle somme versate agli imprenditori per le transazioni non andate a buon fine è stata pretesa la restituzione a tassi altissimi. Gli imprenditori più riottosi e i loro familiari sono stati minacciati di morte. In qualche caso come esattori sono stati utilizzati dei pregiudicati che per convincere le vittime a pagare hanno fatto vedere loro i polpastrelli delle dita con le impronte «bruciate», a garanzia dell’impossibilità di essere identificati».
Gli otto arrestati sono Danilo Di Rocco, 41 anni, Franca Lustrissimi, 62 anni, Alberto Sciamannetti, 45 anni, Patrizia di Rocco, 45 anni, tutti romani; Silvana Wankmuller, 43 anni, nata a Parigi; Andrea Zaccariello, 42 anni, di Sassuolo; Fabrizio Perotti, 47 anni, di Roma; Marino Loreti, 65 anni, di Turania, in provincia di Rieti (gli ultimi tre ai domiciliari). I reati contestati vanno dall’usura al riciclaggio all’estorsione. Numerose le perquisizioni domiciliari e gli accertamenti presso uffici pubblici e istituti di credito.

«Si tratta di una operazione importantissima - ha sottolineato Giancarlo Capaldo, capo della Dda di Roma - che rappresenta un tassello chiave nella controffensiva complessiva che le istituzioni stanno sviluppando contro la criminalità organizzata, grazie alle nuove norme che consentono di colpire in modo più efficace i soggetti indagati nei patrimoni illecitamente acquisiti. Una operazione che ha nel coordinamento tra le forze di polizia uno dei suoi elementi più significativi».

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