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Ute Lemper canta la Berlino di Kurt Weill

Un po’ interprete, un po’ musa, autentica regina dei palcoscenici di tutto il mondo da Berlino a Broadway, da Londra a Parigi, arriva a Roma il nuovo spettacolo di Ute Lemper (questa sera alle 21 alla sala Santa Cecilia del Parco della Musica) con lo spettacolo Angels Of Berlin all’interno della rassegna «Santa Cecilia It’s Wonderful». Sono pochi gli artisti in grado di conquistare per versatilità e personalità, sono rari poi quelli che riescono a cogliere le tinte più forti del passato e del presente creando esperienze artistiche dal sapore innovativo. Ute Lemper è tutto questo.
Fin dalle sue partecipazioni in musical prodotti tra Vienna e Berlino - come Cats e Peter Pan - la Lemper ha conquistato critica e pubblico ricevendo prestigiosi riconoscimenti come il premio Molière. Stupenda ne «L’angelo azzurro», ha padroneggiato da autentica divina il ruolo che fu di Marlene Dietrich mostrando una straordinaria attitudine nel dar vita alle atmosfere più varie e raffinate. Dagli anni ’90 ad oggi la Lemper, ha d’altra parte compiuto un autentico viaggio tra musical e atmosfere rarefatte da cabaret berlinese, con un passaggio attraverso l’opera di Kurt Weill e Michael Nyman e le canzoni composte appositamente per lei da autori quali Elvis Costello, Tom Waits, Nick Cave.
La sua versatilità l’ha portata a ricoprire anche ruoli di attrice, sia in ambito teatrale che cinematografico, e di ballerina, riscuotendo sempre grande successo. Straordinaria interprete di Kurt Weill e del musical (indimenticabile la sua partecipazione in Chicago), Ute Lemper è gia stata ospite dell’Accademia di Santa Cecilia per la prima edizione di «Voci di Donna», la rassegna estiva di voci al femminile che ha visto esibirsi grandi dive della scena internazionale.
Adesso torna, a distanza di due anni, con un nuovo progetto: «Angels of Berlin»: un viaggio musicale, che ricorda una suite di frammenti, legati ad un percorso personale ma anche ad un universo culturale riconoscibile: Weill, i lieder dell’Europa tra le due guerre, momenti sospesi tra ieri e domani, tra qui e altrove. La scelta di farsi accompagnare dal vivi da un quartetto moderno e leggero costituito da pianoforte, batteria, basso e chitarra restituisce a questi momenti una memoria, spogliandoli della propria riconoscibilità sonora, ma non vocale.

In «Angels of Berlin» di scena a Roma, Ute Lemper svela il piccolo mondo del cabaret storico berlinese, il cui senso profondo, nell’America dove lei vive, si rivela non tanto nel vecchio music hall, ma nei club di San Francisco e del Village a New York dove i songwriter (Dylan, Waits, Cave), oggi come negli anni Sessanta, recitano il loro dissenso verso la società e l’omologazione dell’arte. Non è facile, nemmeno per un interprete coraggioso e appassionato, entrare in modo naturale in una canzone di tre, quattro minuti, quando ad averla scritta è una figura come quella di Kurt Weill.

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