Utenti in rivolta contro le compagnie telefoniche

Preoccupazione per il caso Gestline: i disagi del sistema tributario soffocano i cittadini genovesi

Utenti in rivolta contro le compagnie telefoniche

Dai contratti poco trasparenti delle società telefoniche concorrenti di Telecom (una valanga di proteste), ai disservizi dello stesso gestore nazionale, all’applicazione dell’Iva al 20 per cento, invece del 10 per cento, da parte dell’Amga sulle tariffe del riscaldamento, alla vedova con due figli a carico sfrattata da Arte, l’ente che gestisce le case popolari, al boom dei pignoramenti e delle vendite degli immobili, spesso di famiglie meno abbienti, da parte di Gestline per riscuotere multe, sanzioni e tributi degli enti pubblici.
Sono 1800 in 5 anni le istanze presentate all’ufficio del difensore civico provinciale che ieri ha presentato la relazione del quinquennio a scadenza del mandato di aprile. Dal primo anno di attività le istanze presentate si sono incrementate dell’87 per cento passando da 258 del dicembre 2003 a 487 del dicembre 2006. A gennaio di quest’anno si è registrato un aumento del 30 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. L’onorevole Pietro Gambolato, ex vicesindaco e assessore al bilancio in Comune, si è dichiarato disponibile per un altro quinquennio di battaglie a favore dei cittadini. Durante la presentazione, insieme allo staff dell’ufficio Graziella Taibi e Simone Stagnaro, Gambolato ha spiegato la piena collaborazione anche con i difensori civici di Comune e Regione. In particolare per il caso Gestline quando, l’anno scorso, la triade, cercando di risolvere le numerose ingiustizie della burocrazia, si era riunita per risolvere i disagi provocati dal sistema tributario che soffoca i cittadini.
«I dati parlano chiaro – dice Gambolato – in totale si sono pignorate circa duemila abitazioni, ma il dato preoccupante è l’aumento del 50 per cento dei pignoramenti nell’anno 2006 rispetto al 2004. Le vendite immobiliari all’asta sono state 450 con una spiccata tendenza all’aumento confermata dal fatto che tali vendite sono passate da 30 del 2004 a 270 del 2006 con un incremento, quindi, del 900 per cento nell’arco di soltanto due anni. È evidente che la situazione rischia di sfuggire ad ogni controllo ed è quindi necessario che siano assunti una serie di provvedimenti». Il difensore civico provinciale propone che per i debiti nei confronti dell’erario, dell’Inps, e per le sanzioni amministrative, sia previsto un frazionamento nell’arco di 10 anni, quando si riconosca l’assoluta impossibilità del debitore, persona fisica, a provvedere altrimenti. Inoltre, di stabilire una soglia di almeno 4000 euro al di sotto della quale non si possa procedere al pignoramento di immobili nei quali risieda il debitore e che prima di procedere alla vendita dell’abitazione principale, la pratica sia esaminata da una commissione da costituirsi d’intesa con gli enti creditori.
La storia della vedova quarantacinquenne della Valbisagno, madre di due figli, senza reddito, sfrattata nelle scorse settimane da Arte e aiutata dai difensori civici, ha fatto il giro della città facendo tornare al centro dell’attenzione della malaburocrazia gli sfratti per morosità da parte degli enti pubblici.
«Purtroppo abbiamo passato l’incarico – spiega Gambolato – al difensore civico regionale che, anche se ha svolto tutte le indagini e si è interessato della storia, non è riuscito a modificare tale situazione. Faremo ancora dei tentativi per vedere se riusciamo a riassegnare una casa a questa famiglia senza tetto. Mi pare chiaro, tuttavia, che anche in questi casi sia necessario assumere dei provvedimenti che rendano impossibile il determinarsi di tali situazioni.

Cambiando argomento, invece, sulla questione dell’Iva sul gas, pagata ingiustamente il doppio da parte dei consumatori, non c’è stato nulla da fare, mentre abbiamo avuto contatti con Telecom riuscendo a risolvere alcuni problemi per i loro disservizi agli utenti».

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