Utility: più che un risiko per ora è un balletto

da Milano

Il risiko delle multiutility parte dalle primarie del Pd, rischia di arrivare fino al voto di domenica prossima e finire lì. Almeno per il momento. L’incontro di ieri tra il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, e quelli di Reggio Emilia, Graziano Del Rio, e di Piacenza, Stefano Reggi per esaminare la possibile fusione tra la ligure piemontese Iride e l’emiliana Enìa è finito con una dichiarazione impegnativa: «Abbiamo condiviso l’idea di un’alleanza dei territori verso la grande multiutility del Nord - ha dichiarato Vincenzi -, è necessario attivare al più presto gli opportuni approfondimenti tecnici. La settimana prossima riferirò al sindaco di Torino, Sergio Chiamparino». Ma ieri La Stampa riferiva di malumori torinesi perché il sindaco era stato tenuto all’oscuro dell’incontro e lo aveva saputo solo dai giornali. Grandi dichiarazioni, piccole manovre. E ancor più piccolo il risultato. Ieri, poco dopo l’incontro, il sindaco di Reggio, Del Rio, ha detto: «Enia non è interessata al momento ad aggregazioni, perché intende procedere con il proprio consolidamento» e ha parlato di «un incontro interlocutorio riguardo i progetti delle aziende multiservizi dei due territori». Anche se ha aggiunto: «Stiamo esplorando la possibilità di collaborazioni a livello nazionale nel campo dell’energia».
Nella partita ci sono quattro-cinque nomi: Aem-Asm (Milano-Brescia), Iride (Torino-Genova), Hera (Bologna e le «Aem» romagnole), Enìa (Parma, Piacenza, Reggio Emilia) e Acea (Roma). Le ex-municipalizzate del Nord Est sono impegnate in un processo di aggregazione locale intorno a uno-due poli che per il momento dovrebbe tenerle fuori dai grandi giochi.
«Riprende il balletto già danzato prima dell’estate: tutti si impegnano in matrimoni che nessuno per ora è in grado di fare - ha detto un analista al Giornale - senza contare i riflessi che certi incontri hanno su titoli quotati: Enìa è salita del 5,4% per un pranzo tra sindaci». Per la cronaca, Iride ha chiuso in calo dell 0,68%. Il «pranzo tra sindaci» ha partorito un «mandato alle strutture tecniche di Iride e di Enìa, ovvero agli ad, di approfondire una possibile collaborazione sui temi energetici per capire che tipo di sinergia sia conveniente mettere in atto e con quali modalità». Un «mandato» che va benissimo in vista delle primarie del Pd, ma che è talmente generico da poter essere dimenticato da lunedì in poi.
E anche la riunione del patto di Hera, che si terrà sempre lunedì, lascia poco a sperare: salvo possibili sorprese partorirà un nuovo rinvio. La scelta tra la trattativa con Iride e quella con Acea non è così semplice.

Ieri, comunque il vertice ligure-romagnolo ha dato un’indicazione a favore di un asse Iride-Enìa. I tempi di realizzazione potrebbero però essere tutt’altro che brevi. I sindaci premono, il management resta freddo: le fusioni richiedono tempo, energie e soldi.

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