Va in classe e gioca con la pistola di papà

RISCHIO La docente non aveva intuito che si trattava di un’arma vera, con il caricatore pieno

«A scuola non si portano giocattoli, te la sequestro», ha detto l’insegnante. Ma quella in realtà era una pistola assolutamente vera: una calibro 6,35 completa di otto cartucce nel caricatore, che un ragazzino di 12 anni ha pensato bene di portare in aula per mostrarla e puntarla, per gioco, contro i compagni. È accaduto in una scuola media di Santeramo in Colle, ventiseimila abitanti, una cinquantina di chilometri da Bari, dove il caso ha destato clamore e allarme perché le conseguenze potevano essere ben più gravi.
L’arma è stata recuperata dalla professoressa di disegno. La docente si è accorta che il ragazzino non stava seguendo la lezione e lo ha ripreso; poi ha notato la pistola, ma l’ha scambiata per un giocattolo senza immaginare però che potesse essere vera, anche perché è leggera e non di grandi dimensioni. Insomma la cosa sembrava finita lì, con un semplice rimprovero. Ma poco dopo è intervenuto un insegnante di matematica, che si trovava in un’aula adiacente. Il prof, dopo aver sentito un po’ di trambusto, è entrato e dopo una rapida occhiata ha capito che si trattava di una pistola vera. A quel punto è scattato l’allarme: il preside ha sistemato l’arma in una cassaforte e ha chiamato i carabinieri. I militari sono giunti sul posto, hanno verificato quanto accaduto e hanno convocato il padre del ragazzino, un contadino che aveva effettivamente dichiarato il possesso della pistola: l’uomo è stato denunciato per omessa e incauta custodia di armi oltre che per detenzione illegale di un fucile da caccia sequestrato nella sua abitazione.

Il caso è stato segnalato al tribunale per i minorenni di Bari, che valuterà se far seguire il ragazzino dai servizi sociali. Il dodicenne non è apparso pentito: quando è stato messo a confronto con il padre ha spiegato che la sua unica intenzione era vantarsi un po’ con gli amichetti. Per questo, si è improvvisato pistolero in classe.

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