Tappa e maglia. Giornata memorabile, impresa d'altri tempi. Così si racconta il Giro d'Italia, quando un fuoriclasse consegna alla storia la vittoria d'autore. Tra i tanti che hanno impresso il proprio sigillo sugli almanacchi, un posto di prima fila spetta sicuramente a un rappresentante di commercio spezzino sui quarant'anni, che per pura misericordia chiameremo Nestore.
Dovendo sferrare l'attacco più epico della sua carriera, Nestore aspetta che il Giro d'Italia transiti dalle sue parti. Martedì scorso, tappa dal Lido di Camaiore al Santuario Nostra Signora della Guardia, appena sopra Genova. Itinerario di estrema suggestione paesaggistica, percorso nervoso con diversi tratti ostici. Il più ostico, per Nestore, è senza dubbio quello di Marinella, sul litorale di Sarzana. Le fasi di gara sono convulse. L'atletico quarantenne lancia l'assalto decisivo quando nessuno se l'aspetta. Giornata di sole, cielo terso, mare una favola: mentre la moglie, a casa, pensa sia tranquillamente in giro per clienti, lui sta stravaccato in spiaggia su una comoda sdraio. Ma è chiaro che questo non sarebbe un attacco degno di nota. Per rendere veramente incisiva la fuga, Nestore si fa affiancare da un fedele gregario: l’amante, distesa al suo fianco.
La corsa entra nel vivo. Nestore ha la stoffa di un Merckx e vuole dimostrarlo. Sente che è la sua giornata. Difatti, ha scelto proprio quella giusta. Alle sue spalle, lungo l'Aurelia, sente il clamore di una rumorosa carovana in movimento, con un sacco di gente che pedala e una marea di gente che guarda a bordostrada. Sopra di lui, il volteggiare di uno strano elicottero marcato Rai. Forse, se non avesse il temperamento del fuoriclasse, proverebbe a spostarsi sotto l'ombrellone. Ma lui è un fenomeno, e i fenomeni fiutano subito l'occasione della vita. Resta lì, con l'amante, guardando verso il cielo. Forse, fa pure un salutino. Ciao, con la manina. Tanto non lo vede nessuno: solo quei due milioni e mezzo di italiani affacciati al televisore.
A quel punto l'attacco è lanciato. Il resto, come diceva De Zan, lo fa la corsa. Tra i due milioni e mezzo di guardoni, c'è anche il fratello della moglie di Nestore. È appassionato di ciclismo, guarda la tappa del Giro. Quando le telecamere dall’elicottero inquadrano la spiaggia di Marinella, riconosce subito il parentado: guardali là, mia sorella e il Nestore, belìn adesso li chiamo. Compone il numero del telefonino, la sorella risponde. Bella la vita in spiaggia, nemmeno vi siete accorti che passa il Giro... Lei, chiusa in casa, fatica a capire. Poi però intuisce. Se accanto a Nestore non c'è lei, se stessa, legittima moglie, chi è quella che suo fratello ha visto in tivù?
Si dice che il Giro d'Italia non sia una semplice corsa ciclistica, ma un grande romanzo popolare. Ci sta dentro di tutto: la nostra storia, il nostro costume, le nostre passioni. Dall'altro giorno, ci sta anche il matrimonio finito di Nestore, il fuoriclasse che prende il sole con l'amante a favore di telecamere.
Le cronache, riportate dal Secolo XIX, svelano anche i dettagli finali della memorabile fuga. Quando rientra a casa, la moglie gli sottopone subito le prime domande di rito. In fondo, è la prima intervista al vincitore. Nestore, come tutti i campioni veri, prova a schermirsi. Nega l'impresa.
Peccato che come tocco di classe, ultimo colpo di reni della storica corsa, presenti un rossore paonazzo da gamberone grigliato. Niente da dire, nessuna recriminazione: è il più forte di tutti. Tappa e maglia. Mani alzate e pubblico in delirio. Gli spetterebbe anche il bacio della miss. Ma forse non è il caso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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