Partirà per la Grecia nelle prossime ore e non sarà una vacanza. Luca Zanotti viaggerà in manette e poi verrà chiuso, chissà per quanto, in un carcere di quel Paese. Ormai, non cè più nulla da fare: questi sono gli ultimi momenti di libertà. È incredibile, ma un ordine di cattura internazionale, spiccato dalla corte dassise dappello di Kalamata, può cambiare la vita, come una freccia scoccata da una mano lontana. Può colpire il bersaglio, che pensava di essere al sicuro, mandare allaria una carriera universitaria, scompaginare una famiglia, disperdere i progetti, e trasformare il futuro in un incubo.
Questa, purtroppo, è la vita di Luca Zanotti da Santarcangelo di Romagna, 25 anni, studente di lingue a Trieste. E uno sbaglio che potrebbe costargli carissimo: nellestate del 2005 andò in Grecia con un amico, quella volta sì in vacanza, e là i due furono fermati con 21 grammi di hashish. Zanotti rimase quattro giorni in carcere, poi il padre pagò la cauzione e il ragazzo tornò a casa. Ammaccato per la brutta esperienza. Sembrava fosse finita lì. Una parentesi da dimenticare.
Luca ha fatto vita normale per tre anni, anche se sapeva che la magistratura greca non aveva archiviato quella pratica: il procedimento andava avanti. Per lui e per Davide DOrsi, il compagno di quellestate. Invece no. Nei mesi scorsi il processo inizia o dovrebbe cominciare: la prima udienza viene rinviata, poi, al secondo appuntamento, forse per un difetto di comunicazione, il banco degli imputati resta deserto. La magistratura greca va allattacco; vuole Zanotti in aula e lo vuole in manette: «Purtroppo - spiega lavvocato Carlo Alberto Zaina - in quel Paese non è prevista la contumacia; la Grecia pretende la presenza di Zanotti». Cè un solo diaframma: la magistratura italiana, ma la corte dappello di Bologna accoglie la tesi dei colleghi di Kalamata e dà disco verde allestradizione.
Laltro ieri salta lultimo scudo: la Cassazione conferma il verdetto dei giudici emiliani. Zanotti partirà.
«Ormai ci stiamo attrezzando per affrontare i guai in Grecia - spiega Zaina - ora non resta che aspettare gli eventi». Che si annunciano assai dolorosi. «Nelle prossime ore - prosegue Zaina - Luca verrà arrestato e estradato; poi dovrebbe rimanere in carcere fino alla fine del processo, anche se non conosciamo i tempi della sentenza: potrebbe arrivare fa tre mesi o tre anni». Ancora, come non fosse sufficiente, cè unaltra insidia sullo sfondo: la pena, per un Paese che a quanto pare non distingue fra possesso ai fini personali e spaccio, potrebbe arrivare a 10 anni. «Ci attende - riassume Zaina - un carcere preventivo a oltranza, poi potrebbe essere emessa una condanna pesante, spropositata. Lo dico con umiltà, ma con fermezza: in Italia situazioni analoghe finiscono in nulla o quasi. Ho seguito un paio di ragazzi le cui posizioni sono state archiviate; alla peggio, in Italia si potrebbe prevedere una pena di pochi mesi e poi nel suo caso, per un reato del 2005, scatterebbe anche lindulto. Siamo davanti a un caso di ingiustizia, è uno scandalo. Una leggerezza, un errore giovanile, avrà ripercussioni gravissime. E poi mettetevi nei panni di questo ragazzo: sta per essere ammanettato a freddo, a casa sua, a distanza di tre anni dai fatti e dovrà affrontare, come un prigioniero, un periodo difficilissimo».
Ma questa storia potrebbe conoscere due finali, come due sono i protagonisti.
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