Cultura e Spettacoli

Vade retro! Riecco il romanzo-scandalo sulla strage di Bologna

«Una fantasia documentata»: così Loriano Macchiavelli definisce Strage, romanzo da pochi giorni ripubblicato da Einaudi dopo 30 anni dalla sua prima edizione. Un libro dai molti contorni gialli, non solo narrativi: apparso nelle librerie per la prima volta il 28 maggio 1990, il 3 giugno il Tribunale di Milano ne ordina l’immediato sequestro di una copia. Dopo soli sette giorni Rizzoli ritira tutte le copie in commercio.
Ma perché tanto allarme per un libro? Le ipotesi, come nei migliori (o peggiori) misteri italiani, rimangono soltanto delle ipotesi. La tesi ufficiale è che Strage, dedicato all’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, pur essendo un romanzo di fantasia avesse chiari ed espliciti riferimenti a personaggi reali. Tanto che uno dei protagonisti del libro, tra l’altro imputato nel processo, si riconobbe considerando diffamatorio il libro di Macchiavelli. Oltre al ritiro di tutte le copie sul mercato Macchiavelli, che aveva firmato il romanzo con lo pseudonimo di Jules Quicher, venne portato in tribunale per «direttissima».
In realtà ci arrivò dopo un anno e 6 mesi, il 15 ottobre 1991. Dopo più di un anno Macchiavelli venne assolto perché «non punibile in quanto l’autore ha semplicemente esercitato il diritto di cronaca e di critica, emanazione dell'articolo 21 della Costituzione che sancisce il diritto di libertà di stampa e di informazione». Quello che è certo che nessun editore volle più sapere nulla di quel romanzo «fantasma» che riappare solo oggi, praticamente inedito.
Ma perché tanto ostracismo? Certo aver scritto in quegli anni sulla strage di Bologna, toccando uno dei tanti fili scoperti di una storia italiana di cui, ancor oggi, non sappiamo praticamente nulla (malgrado le sentenze che vedono colpevoli Giusva Fioravanti e Francesca Mambro) non ha aiutato l’autore. Ma cosa rivela la Strage di Macchiavelli? Lasciamo al lettore il piacere, o il dissenso, di scoprire le teorie di Macchiavelli. Non essendo un magistrato, a colpirmi non sono le presunte verità ma l’aver scoperto tutta la forza narrativa di un autore che non ho mai amato. Inventore di Sarti Antonio, diventato un’icona del giallo italiano, Machiavelli è considerato uno dei maestri di genere: tutti i libri con protagonista l’Ispettore sono da qualche anno in via di ripubblicazione da Einaudi. Una riscoperta che, dopo aver letto questo Strage, fa più male che bene a Macchiavelli. Perché questo suo romanzo dimostra uno stile di scrittura, una capacità di «ordire» una trama, una abilità di sovrapporre storie e uomini, realtà e fantasia, scrittura popolare e scrittura alta, che lo porta ad essere non tra i maestri del giallo italiano ma uno degli scrittori più potenti degli ultimi anni. La speranza è che diventi un caso editoriale come lo è stato Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo.
Al di là delle «verità» raccontate, condivisibili o meno, è proprio la forma romanzo che qui prende vita. Seguiamo la trama mozzafiato sentendo in ogni riga la potenza di suoni distorti, la magia di essere «coinvolti» in prima persona non solo come lettori ma anche come colpevoli di una strage che ci ha sempre riguardato ma che abbiano sempre preferito ignorare. Dalla parte del silenzio. Il 2 agosto 1980 per noi tele-etilisti della vita è ormai solo un anniversario da celebrare sul piccolo schermo, tra una news e l’altra, tra una portata e l’altra, tra un canale e l’altro. Macchiavelli in ogni pagina ci porta, invece, alla sbarra degli imputati: senza intellettualismi o dietrologie forzate ci fa «subire» uno straordinario romanzo rendendo consapevolmente fiction una tragica realtà.


Auguriamo a Loriano Macchiavelli, di cui ora rileggeremo i precedenti romanzi forse con un’altra ottica, di venire riconosciuto come maestro: non del giallo italiano, ma il primo ad anticipare l’impegno narrativo (ma non noioso) alla De Cataldo ed il primo, soprattutto, a scrivere una docu-fiction che, anticipando di molti anni Gomorra, ci fa comprendere come la vera criminalità sia dentro le nostre teste da «New Italian Epic».

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