Vagni racconta la sua prigionia: "Minacciato di decapitazione"

Per l'operatore della Cri sequestrato nelle Filippine dai ribelli islamici e liberato dopo 178 giorni, la paura che finisse male è durata fino all'ultimo: "Dal giorno che mi hanno rapito pensavo che sarei stato decapitato"

Vagni racconta la sua prigionia: "Minacciato 
di decapitazione"

Roma - E' stata dura per Eugenio Vagni: minacciato di decapitazione dai suoi rapitori e miracolosamente scampato al colera. E' lo stesso operatore della Croce Rossa Internazionale, liberato da poche ore, a raccontare quei terribili 178 giorni di prigionia nella giungla nelle mani dei ribelli islamici di Abu Sayyaf, in un'intervista ad una tv locale a bordo dell'aereo che lo ha portato a Zamboanga dove lo attendevano i colleghi della Cri. "Hanno minacciato di decapitarmi" racconta Vagni, ancora incredulo di essere vivo e libero. Ma allo stesso ammette di essere stato trattato bene, dopo tutto, dai suoi rapitori che lo hanno curato quando e' stato colpito dal colera.

"E' un miracolo che sono guarito", dice l'ex ostaggio all'emittente filippina Abc-Cbn news. "Ho perso 20 chili, ma tre mesi fa ero ancora piu' magro. Praticamente pelle e ossa", racconta Vagni che durante i sei mesi di prigionia si e' nutrito "solo di riso e pesce". Per sopravvivere l'ex idraulico originario di Montevarchi (Arezzo) ha raccontato di essersi affidato un 'foglietto di carta'. 'Per sentirmi vivo annotavo pensieri rivolti a mia moglie'.

Frattini "Vogliamo che Eugenio Vagni torni subito a casa", ma "non siamo ancora certissimi che le autorità filippine non desiderino rivolgergli qualche domanda utile all'inchiesta investigativa in corso". Così il ministro degli Esteri Franco Frattini ai microfoni di Sky Tg24. "E' molto provato. Evidentemente non sta male, anzi le sue condizioni fisiche sono buone ma sotto il profilo emotivo è stato fortemente colpito", ha riferito il titolare della Farnesina che è aggiornato in tempo reale da Manila sulla situazione dell'ex ostaggio italiano. "Non siamo ancora certissimi che le autorità filippine non desiderino rivolgergli qualche domanda, perché lì - ha spiegato Frattini - c'é un'azione importante, anche investigativa in quella zona e un qualche contributo di Vagni potrebbe essere utile". "Ma tutto questo - ha aggiunto - a condizione che non si aumenti la sua già grave condizione di stress. Vogliamo che torni subito e ovviamente siamo pronti anche come governo italiano ad apprestare tutto quello che è necessario a farlo tornare a casa".

Il fratello: a casa tra una settimana Eugenio Vagni "tornerà a casa tra una settima", ha detto il fratello Francesco ai microfoni di SkyTg24.

"O passa da Ginevra e poi viene a Firenze oppure va a Roma. Noi tutti i parenti andremo all'aeroporto", ha detto ancora Francesco Vagni aggiungendo che "il giorno preciso" del rientro a Montevarchi di Eugenio "ancora non lo sa".

 

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