Valentina e non solo. Un viaggio (sexy) nel mondo dei sogni di Guido Crepax

A Brescia un'incredibile antologica su un gigante a lungo incompreso

Valentina e non solo. Un viaggio (sexy) nel mondo dei sogni di Guido Crepax

nostro inviato a Brescia

Perché, era il 1976, c'è stato un tempo in cui un illuminato come lo storico dell'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco curò una mostra di disegni di Guido Crepax alla galleria romana Rondanini e Giuliano Briganti nella neonata Repubblica la stroncò, dicendo che a fumetti e fotografie non doveva essere concessa quella dignità. Tanto per dire quanto poco lungimirante sia sempre l'ottusa e manichea critica militante della sinistra. Un ottimo motivo, oggi, per andare a Brescia (che già di per sé varrebbe il viaggio) a visitare Guido Crepax. Sogni, giochi, Valentina: 1953-2003, la seducente mostra aperta da oggi al 15 febbraio nel bel Museo Santa Giulia. E perdersi nella più ampia antologica mai realizzata sull'artista, grazie alla curatela di Alberto Fiz e Ilaria Bignotti, con la collaborazione di Camilla Remondina e il contributo dell'Archivio Crepax.

Un viaggio nel conscio e nell'inconscio di Crepax (1933-2003), ma soprattutto di un'Italia che per un cinquantennio si è specchiata non solo nelle sua tavole, ma anche nelle sue scorribande nel cinema, nella musica, nelle sigle della televisione, nella pubblicità, nei manifesti politici, nel sogno della rivoluzione trotskista con annessa delusione, nel nascente femminismo, anche se furono proprio le femministe a criticare quella donna così audace. Il tutto vestito di quell'inconfondibile erotismo che è diventato la sigla dell'autore, ma anche il sigillo di un'epoca. Perché se di sé Crepax diceva "Valentina in parte sono io", si scopre che un'altra parte è il marchese de Sade della scandalosa Justine quando, incarcerato, medita sulla sua esistenza e sul trattamento riservato dalla società al suo piglio libertino. O forse semplicemente alla sua libertà. E così con lui Crepax evidentemente simpatizza, disegnandolo intento a filosofare sul fatto che sia "meglio abbandonarsi al torrente che resistervi" e della virtù che "per quanto bella sia, quando malauguratamente si fa troppo debole per lottare contro il vizio, diventa il peggior partito che si possa prendere". Non il solo riferimento colto nella bellissima prima sezione "Storie di letteratura e arte" dove si incontrano le trasposizioni del film Nosferatu e il Dracula di Bram Stoker, L'uomo invisibile, Dr.Jekyll e Mr.Hyde di Robert Louis Stevenson, il Frankenstein di Mary Shelly. Ma anche Il processo di Franz Kafka ed Edgar Allan Poe. E poi l'erotismo raffinatissimo di Histoire d'O, Emanuelle, Casanova. A Ludovico Ariosto, invece, i cui versi recitava in famiglia, dedica un grande gioco. Ricco anche il capitolo pittura, visto che nel suo primo racconto apparso sul secondo numero di Linus nel 1965, Valentina va a visitare gli affreschi di Masolino da Panicale a Castiglione Olona. Compariranno in seguito Moore, Kandinsky, le Antropometrie di Yves Klein e un'irresistibile Olympia contemporanea che cita Manet.

Una mostra-caleidoscopio in grado di far capire quanto l'arte di Crepax sia il distillato purissimo di tanta cultura e Valentina non fosse (e non sia ancora oggi) solo quel caschetto che diventò irresistibile moda, tanto che le sciure milanesi correvano da Vergottini a farselo replicare in testa. "Tra musica, sogni e disciplina quotidiana - spiega il figlio Antonio, presidente dell'Archivio - Crepax ha saputo trasformare la vita ordinaria in un universo narrativo unico, inquieto e visionario". Raccontato in questa antologica con tavole che possono singolarmente essere considerate opera d'arte. Non c'è, infatti, nessun intento di metterle in dialogo e farle essere narrazione, ma come nella poetica dell'autore una serie di singoli momenti di quella decomposizione del linguaggio che lo fece apprezzare anche in Francia da un profondo indagatore dei segni come Roland Barthes. Del quale si può ammirare una lettera autografa, esposta a fianco di quella di Fedrico Fellini, un altro visionario con cui il dialogo di Crepax fu intenso. "La grafica - assicura Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia musei - è una forma d'arte pienamente autonoma. E per questo, i 2.500 anni di storia di questo museo accolgono il linguaggio contemporaneo del fumetto di Crepax".

Che era così post contemporaneo, da pensare la prima protagonista che avesse un figlio, invecchiasse e potesse anche esibire la carta d'identità appesa lungo il percorso: Rosselli Valentina, 25.12.1942, residenza Milano, via De Amicis n.45; nubile; fotografa. I dati della moglie Luisa a cui Valentina è ispirata, insieme alla diva del cinema muto Louise Brooks.

Nella sezione "I giochi della storia" a sorpresa ci sono venti battaglie, tra cui quella di Pavia del 1525 in cui l'esercito imperiale di Carlo V sconfisse i francesi.

A tramandare il tutto ai posteri, il prezioso catalogo Skira con testi a firma di Alberto Fiz, Ilaria Bignotti, Stefano Bartezzaghi, Antonio e Luisa Crepax. Il racconto di un "viaggiatore immobile" alla Salgari che sapeva alchemicamente trasformare in arte raffinata, tutto quello che la vita (e la cronaca) gli offrivano.

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