Valentino-Pedrosa È scontro frontale

A Le Mans, Rossi avverte: «La differenza fra noi? Qui lui parte in pole, io settimo». Pedrosa snobba: «Vale? Un buon pilota»

Nanni Scaglia

da Le Mans

Lo scontro ravvicinato non c'è ancora stato, ma è solo questione di tempo, probabilmente di ore se il volubile meteo francese rimarrà stabile sull'asciutto tra le 14 e le 14,45 per i 28 giri del Gp di Francia. Perché in queste condizioni, Daniel Pedrosa e Valentino Rossi sembrano avere, anzi hanno, una marcia in più. Daniel, però, è in pole, mentre Vale è solo settimo e sarà così costretto all'ennesima rincorsa dalla terza fila. Una rimonta ampiamente alla sua portata, ma tutt'altro che facile, perché a differenza dell'anno passato, Rossi non ha alcun margine da amministrare e, soprattutto, c'è lui, Pedrosa, un avversario tosto, duro, difficile, come forse non ne ha mai avuti nella sua carriera.
«Per vincere dobbiamo essere al 100%, perché c'è un rivale molto forte» dice, non a caso Valentino, che fin da quest'inverno, tra lo scetticismo generale, aveva indicato lo spagnolo come uno dei candidati al titolo e dopo la prima gara di Jerez lo aveva addirittura incoronato come suo erede. Sarà un caso, ma ieri Pedrosa ha parlato da aspirante cannibale: «Mi spiace che fra noi non ci sia ancora stato il duello diretto... ma so che è un buon pilota... (capito? Valentino solo un buon pilota, ndr) e spero non vada alla Ferrari». Sottinteso: perché per essere il più forte devo battere lui, non altri.
«Pedrosa è molto veloce - spiega Rossi al termine delle prove -, con le gomme da gara siamo io e lui quelli con il passo migliore. La differenza è che lui parte dalla pole, mentre io dalla settima posizione. Ci sono cinque piloti nel mezzo e saranno fondamentali i primi giri. Il telaio nuovo mi permette di guidare meglio, riesco a spingere più forte in ingresso curva. Purtroppo, però, con le gomme morbide da tempo torna il problema del chattering, della vibrazione della ruota anteriore e non puoi spingere forte nel giro secco».
Lo puoi fare invece con la Honda - «perché le Michelin 2006 si adattano meglio alla RC211V rispetto alla mia M1», è l'analisi di Rossi -, anche se a ben vedere la differenza sembra averla fatta soprattutto Pedrosa, che pure non è mai stato uno specialista delle prove. Ma anche in MotoGP lo spagnolo sta bruciando le tappe, come peraltro ha già fatto in 125 e in 250, vincendo addirittura prima di Rossi. Soltanto nella cilindrata minore è stato più lento di Valentino, conquistando il titolo al terzo anno e non al secondo. Ma nella quarto di litro, Rossi ha trionfato dopo 24 mesi, Pedrosa dopo 12, vincendo addirittura la gara del debutto. La lista dei primati di precocità del pilota della Honda è impressionante e si è allungata proprio domenica scorsa in Cina, quando a 20 anni e 227 giorni, Daniel è diventato il secondo pilota più giovane di sempre, dietro a Freddie Spencer, a conquistare un Gp della classe regina. Continuando nel confronto, si scopre che lo spagnolo ha vinto la sua prima gara in MotoGP alla quarta corsa, mentre nel 2000, il primo successo dell'italiano arrivò all'ottavo Gp. Pedrosa più forte di Rossi, quindi? Non esageriamo. Valentino era e rimane il punto di riferimento del motociclismo, ma quest'anno ha trovato in Daniel un degno rivale, che gli renderà la vita molto difficile. Senza dimenticare che in questo campionato, che ha visto quattro vincitori diversi nelle prime quattro gare, sono in tanti ad andare forte. A Le Mans non ci è riuscito per il momento il capoclassifica Nicky Hayden, solo decimo, mentre il migliore degli italiani è Marco Melandri, quinto.

Alle sue spalle, Loris Capirossi, poco convinto però di poter disputare una gara da protagonista. «Con queste gomme non si può vincere», ha detto senza possibilità di equivoci. Ma la pioggia potrebbe cambiare completamente le carte in tavola.

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