Nostro inviato a Valencia
Schumi è nel tendone ristorante della Ferrari, ha già mangiato. Arriva Valentino reduce dai primi, veri, giri insieme agli altri. È ora di pranzo. Si siede, il cameriere della Ferrari gli porta una pastasciutta, acqua naturale, un succo di frutta. Schumi è poco distante, lo vede, si alza, va da lui. Si siedono uno di fronte allaltro, e il Cannibale delle auto cerca di mettere a proprio agio il Cannibale delle moto. Ne nasce un dialogo tra fenomeni dei motori, una chiacchierata tra compagni di squadra o futuri compagni. Cè feeling.
Schumi: «Allora Valentino, come ti sei trovato in questo esordio?».
Rossi: «Bene, non sta andando male. Però trovo che questo circuito sia più bello in auto. Quando corri in moto a Valencia manca sempre il grip, laderenza; invece con le F1 è tutto diverso... E a te Michael come sta andando?».
Schumi: «Stiamo migliorando e sono molto soddisfatto. Al mattino cera una strana vibrazione che abbiamo sistemato».
Rossi: «Lo stesso problema di ieri?».
Schumi: «No, unaltra cosa... e poi stiamo cercando sempre più potenza».
Poco prima, commentando le prestazioni della macchina, aveva spiegato: «Non cè ragione per non essere ottimisti: Renault è davanti ma poi ci siamo noi e la Honda». E sullerrore di Valentino con la pioggia: «Non è stato un errore, poteva accadere a chiunque.
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