Benny Casadei Lucchi
Lha assaggiata e il sorriso sul volto mascelluto è tornato. Sorriso piccolo però, sorriso avaro perché questi sono tempi di rinnovo di contratto, di trattative, di pretattica e di grandi scelte. È, dunque, vietatissimo mostrare troppo entusiasmo; la controparte potrebbe approfittarne. Tanto più che Valentino Rossi sembra persino accelerare sul pedale della F1. Tra un test di moto in Malesia e uno in Qatar, dal 31 gennaio al 3 febbraio a Valencia, circuito dove corre la MotoGp e dove le F1 fanno test a ripetizione, il Dottore delle moto potrebbe tornare sulla Rossa: e stavolta con i futuri rivali in pista. Ci saranno anche Alonso, Fisichella, Villeneuve, Barrichello e gli altri ferraristi. E basta con gli alibi.
Forse anche per questo Schumi, che lunedì scorso ha felicemente assaggiato la nuova Ferrari (domani verrà presentata al Mugello), ha impostato una leggera correzione di rotta. Pochi giorni prima a Campiglio aveva ribadito che «al 99 per cento resto in Ferrari, ma non si sa mai nella vita», pochi giorni dopo al magazine teutonico Focus dice «prolungare il contratto con la Ferrari sarebbe la scelta più logica». Potenza della bella Ferrari 2006 e della concorrenza del Dottore alle porte.
Questo abbozzo di cambiamento innesca un paio di considerazioni. La prima: in chiave piloti che cosa potrebbe accadere sulla Rossa del 2007 se Schumi restasse? La conseguenza più eclatante sarebbe di bloccare sul nascere larrivo di Kimi Raikkonen. Il finlandese, con Alonso ma più di Alonso, è il vero fuoriclasse della F1 del nuovo millennio. Velocità pura, talento puro, coraggio puro. Sembra rubato agli anni doro delle corse, epoca in cui senza allenamento, senza anni di kart alle spalle o eri veloce o dritto a casa. Schumi sa di lui come, ovviamente, sa tutto Kimi del tedesco. Difficile pensare alla convivenza. Avrebbero troppo da perdere entrambi.
Saltato Raikkonen, leventuale permanenza di Michael a Maranello non cambierebbe la situazione di Felipe Massa. Perché il giovane brasiliano ha solo due possibilità per conquistarsi la riconferma: rivelarsi uniradiddio in pista; oppure la rinuncia di Valentino alla F1. Se il pesarese dovesse proseguire nel suo intento, le coppie possibili sarebbero quindi Raikkonen-Rossi o Schumi-Rossi (a questo punto più probabile).
E questa è la prima considerazione. La seconda: rinnovare significherebbe per Michael proseguire minimo minimo per un paio di anni, andando così a lambire, se non poi superarla, la fatidica soglia dei quarantanni. In quanti ci sono riusciti da vincenti in passato? In soccorso al campione germanico arrivano le imprese scritte in epoche della F1 dove i riflessi dovevano essere tripli rispetto a quelli di oggi perché, benché le auto fossero meno veloci, erano assolutamente incontrollabili in confronto ai bolidi moderni. E poi cerano i problemi legati alla sicurezza, i marciapiedi, le paraboliche. Ebbene, a quasi 47 anni vinse un Gp Farina (e un titolo mondiale a 44 anni), a 46 Fangio, che conquistò tutti i suoi cinque mondiali a quarantanni suonati. Vittoriosi in gara anche Taruffi (45 anni), Brabham (43 anni e a 40 divenne campione del mondo). Luigi Fagioli, il più vecchio vincitore di un gran premio, sfondò addirittura la barriera dei 50 (a 53 anni nel 51 in Francia). Se Farina, Fangio e Brabham sono gli unici iridati quarantenni, alla ristretta cerchia dei trionfatori in corsa si aggiungono Hanks (42 anni), Trintignant, Graham Hill e Wallard (40). Solo Mansell, a 41 anni, ha vinto un Gp nella F1 moderna: era il 1994.
Dunque, Schumi, se solo vuole, è in buona compagnia. Non a caso dice: «Non credo che i piloti debbano ritirarsi quando arrivano alla soglia dei quarantanni. Tanto più che la nostra situazione è diversa rispetto ai calciatori.
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