Benny Casadei Lucchi
«Pensa se non ci avessi provato». È il titolo del suo libro ed è il titolo che ieri ha dato alla propria gara. «Non avevo nulla da perdere, per cui mi sono detto: sarà meglio che ci provi, che rischi». E così ha fatto, Valentino Rossi in Qatar, un anno dopo la caduta nel bel mezzo di una grande rimonta, un anno dopo lumiliazione e la rabbia della retrocessione in griglia a causa di Gibernau che aveva spifferato ai giudici uninfrazione commessa dai meccanici Yamaha. Gara tesa, bella, combattuta fino allultimo quella del Fenomeno a lungo terzo, dietro a Melandri e Gibernau. Corsa nobilitata proprio dal duello con Marco, lamico, lallievo («un vero combattente, uno forte, uno che sa prendersi i suoi rischi e che in futuro sarà davvero duro da sconfiggere», lo consacrerà a fine gara). Il Dottore da ieri è a quota 52 successi nella classe regina, due in meno di re Mick Doohan, «perché adesso solo i record mi interessano», ammette lui senza nascondersi mai dietro la foglia di fico delle statistiche tanto utilizzata dallaltro cannibale, quello a quattro ruote, Michael Schumacher.
Il Gp del Qatar ci regala il decimo successo stagionale di Rossi, a due dal primato del solito Doohan, soprattutto ci regala il pilota buono, Macio Melandri, che dopo i trenta punti nel piede rimediati due settimane fa in Giappone (nella collisione con Rossi) ha sfiorato il successo (sarebbe stato il primo in carriera nella MotoGp), duellando e impensierendo a lungo Valentino. Soprattutto, Melandri ha beffato e umiliato il suo capo squadra, quel Sete Gibernau che a lungo davanti, pur di non farlo passare ha chiuso linterruttore del cervello ed è andato per sabbia. Lanno prossimo andrà in Ducati e a Borgo Panigale, qualcuno, potrebbe già domandarsi se di gran acquisto davvero si tratta.
Melandri, intanto, sogna la palma di vice campione del mondo: «Sono a due punti da Biaggi, vediamo». E aggiunge: «Ci ho provato anche io, ma Rossi è il più forte; diavolo come staccava in fondo al rettilineo, se avessi tentato di far la stessa cosa sarei finito fuori. Ringrazio Valentino per i complimenti... Gibernau? Lho passato a fine gara, forse era un po stanco, forse per questo si è innervosito ed è uscito. Toccati io e Sete? No, e Valentino dietro lo potrebbe confermare. E poi lì era pericoloso, non avrei rischiato di fare e di farmi del male... a 23 anni me ne sono già fatto abbastanza».
E la Ducati? Tre pole di fila, due vittorie di fila, ma dopo un giro Loris Capirossi gommato Bridgestone nulla ha potuto contro lo strapotere Michelin su questo circuito ed è via via retrocesso. Concluderà a punti, ma indietro anni luce. «Però non mi preoccupo, credo ancora al secondo posto del mondiale, e in Australia potremo dire la nostra». Chi non ha invece più la forza per dire nulla è il povero Max Biaggi.
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