Valentino Rossi: "Basta, volto pagina e ritorno dottore"

Il "re" della motogp si confessa e racconta le sue speranze: "È stato un anno duro in pista e fuori, ho imparato dagli errori. Le tasse? Presto sarà tutto ok, però mi hanno attaccato troppo. D’ora in poi sarò più disponibile con la gente, con i tifosi: starò loro più vicino"

Valentino Rossi: "Basta, volto pagina e ritorno dottore"

È un Valentino più grande, più maturo, più uomo. Paradossalmente, sembra un Valentino più vero, sembra «Il Valentino» maiuscolo e virgolettato degli esordi, quello che stregava per talento e istintività. Solo che adesso, «Il Valentino», si porta in dote la maturità che allora, giusto dieci anni fa, non aveva; e si porta addosso il ricordo del trono che c’era e non c’è più, delle cadute, dei ritiri, delle fratture frutto di questa stagione tormentata. Il Dottor Rossi è tornato «il Valentino» per tutto questo e perché il sapore amaro dei guai con il fisco, delle critiche, degli sguardi delusi di molti suoi fan, ha completato e spronato il suo ritorno al passato per affrontare il futuro. Valentino l’ha promesso con la semplicità dei vecchi tempi, di quando lo chiamavi e finivi ad ascoltare divertito nella segreteria telefonica la telecronaca Rai di una sua caduta. L’ha promesso un pomeriggio di festa, era la vigilia di Natale, raccontando delle sue speranze impacchettate sotto l’albero e della sua esagerata voglia di rivincita targata 2008. L’ha promesso, c’è da credergli.

Valentino, è fine anno. Che cosa promette ai suoi tifosi?
«Prometto che ce la metterò tutta, prometto che l’obiettivo è tornare a vincere. Quest’anno sono accadute davvero troppe cose». E che cosa promette agli appassionati che tifano per una moto rossa e non per un uomo Rossi?
«Li capisco, perché è innegabile: la Ducati ha fatto davvero un gran lavoro, per cui è giusto che gli appassionati la pensino così. Tanto più che nel motociclismo, per fortuna, il tifo è sano: non ci sono gli eccessi di altri sport che ben conosciamo. Qui i sostenitori non si comportano mai inmodo estremo. Certo, il trionfo di un italiano su moto italiana sarebbe diverso...».
E che cosa promette invece a tutti gli italiani?
«In che senso a tutti?».
Non solo a chi segue il motociclismo: per cui tifosi, uomini, donne, bambini, casalinghe varie di Voghera...
«Prometto che nel 2008 tornerò ad essere più vicino alla gente, più accessibile, diciamo che cercherò di avere un contatto più stretto». Un Valentino vecchia maniera?
«Cresciuto, più maturo. Quando succedono certe cose, quando si hanno tutti assieme così tanti problemi, si cresce moltissimo».
Si riferisce ai guai con il fisco, al fumettone contabile dell’estate? A proposito: stasera, il capo dello Stato farà il discorso alla nazione; nel 2007, l’unico altro discorso al Paese è stato il suo, in agosto, per difendersi nel mezzo del ciclone tributario.
«In quell’occasione ho commesso un errore, ma dovete capire che ero solo, in difficoltà, non potevo fidarmi di nessuno, per questo presi quella decisione. Era una situazione davvero delicata e c’erano solo un paio di persone di cui avrei potuto fidarmi durante una simile intervista televisiva. Però quelle persone, in quei giorni, erano via. Sarebbe stato tutto diverso...».
Dunque, non lo rifarebbe?
«Diciamo di no, ma quando sei in difficoltà, può capitare di non valutare correttamente tutti gli aspetti».
E adesso come procede la vicenda?
«Procede che le cose si stanno sistemando, che tutto andrà a posto, e anche abbastanza presto».
Quanto le è mancata una moto competitiva, da vittoria, per ribattere subito in pista alle critiche e agli attacchi che fioccavano soprattutto per vicende extra sportive?
«Tantissimo. È stato come non avere a disposizione un modo per rispondere. D’altra parte, quando le cose devono andare male, vanno storte completamente, mica solo in parte».
Si aspettava di venire attaccato da tutti e in quel modo?
«No, però è da quando corro che convivo con la critica contro. Solo che se vinci, più di tanto non ti possono attaccare. Forse, dopo quanto successo, qualcuno ha pensato di darmi contro anche per altre ragioni, magari per come venivo gestito prima... Però adesso ho preso in mano tutto io, in prima persona, e sarà diverso».
Zidane dà una testata a Materazzi e la Francia lo difende; la Manaudou si fa ritrarre in pose osè e Oltralpe la proteggono.
«Ah sì? Sapevo di Zidane, ma non della Manaudou. E comunque è giusto, si deve far così. In Italia c’è invece il vizio di distruggere chi, in qualchemodo, ha fatto qualcosa di importante. Non so il perché: è come se ci fosse il desiderio di far scendere chi è salito, quasi si provasse piacere in questo».
Se la può consolare, sono arrivate molte lettere che, se da una parte, giustamente, la criticavano per il pasticcio fiscale, dall’altra sottolineavano l’eccessivo accanimento con cui era stata raccontata la sua vicenda.
«Ecco, mi fa piacere saperlo, ne avevo avuto anche io la riprova, in fondo tutto passa... Significa che in fondo la gente è ancora con me».
Ci ha mai pensato? Due anni fa rinunciò alla Ferrari per conquistare altri record nelle moto. Dopo due stagioni negative, ha in tasca gli stessi mondiali di allora (cinque nella classe regina). Dunque, poteva essere pilota della Rossa già da un paio di stagioni e chissà ora...
«No, non ci ho pensato e non ci penso. Sinceramente, su questo non ho proprio rimpianti. Anche se non ho vinto gli ultimi due campionati, non è che torno sulle mie decisioni o penso al passato e mi dico avrei potuto, avrei dovuto... No. Presi quella decisione consapevolmente. Certo, era e sarebbe stata una grande cosa, ma va bene così».
Anno nuovo alle porte, prima ha fatto delle promesse. A se stesso che cosa augura?
«Spero soprattutto di tornare a vincere».
Perché, ha dei dubbi?
«No» (ride).
Allora dubita della sua Yamaha?
«Macché, anzi, i problemi di questa stagione ci hanno ancor più unito: nel team, vedo i ragazzi tutti molto carichi, hanno voglia di far bene».


Se nel 2008 conquista il titolo battendo la Ducati e gli altri, ci saluta tutti e va via?
«No, di certo ho voglia di correre in moto ancora a lungo. Mi piace. Mi diverto. Per cui andrò avanti diversi anni. Poi si vedrà. Guardi che ho ancora tanto tempo davanti a me per togliermi delle soddisfazioni».

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