Nanni Scaglia
da Sachsenring
Ci ha provato fino allultima curva Marco Melandri, ha pressato come al solito Nicky Hayden, ha lottato duro Daniel Pedrosa, ma alla fine a vincere è stato ancora una volta Valentino Rossi. La rimonta dallundicesima posizione, diventata decima prima del via per linfortunio di Casey Stoner costretto a saltare la gara, limpresa disperata su una pista dove - si diceva - è impossibile superare, poteva riuscire soltanto a un campione portentoso come Valentino, tornato straordinario in un momento delicatissimo. «Al sabato sera - svela Rossi - solitamente sono ottimista per la gara, indipendentemente dal risultato delle prove. Ma stavolta, per la prima volta da quando corro con la Yamaha, ho dubitato della competitività della mia moto. Ero arrabbiato con lei, perché non aveva senso essere così lontano in qualifica, a un secondo da un debuttante in MotoGP: non era certo una situazione divertente. Le chiedo scusa, perché in gara la moto è andata veramente forte».
Ma a fare la differenza è stato il fenomeno, non la Yamaha, in una gara così combattuta che il quarto al traguardo, il baby-fenomeno Daniel Pedrosa scattato dalla pole, ha chiuso a 307 millesimi dal vincitore, vale a dire a una decina di metri di distanza.
«È stata una gara "vera", con i quattro piloti in lotta nel mondiale a combattere per la vittoria - dice Rossi -. Mancava solo Capirossi, ma vincere questo GP ha unimportanza che va al di là dei 25 punti». Psicologicamente ha un valore inestimabile, perché i suoi avversari hanno capito, anzi, hanno avuto la conferma, che Valentino è sempre e comunque il punto di riferimento, il pilota da battere, anche quando è in grande difficoltà come è accaduto sabato al Sachsenring. Concretamente, il successo conta tanto perché gli permette di recuperare punti importanti in classifica generale.
«Nelle prove fatichiamo troppo - è lanalisi di Rossi - e sinceramente mi sarei messo a ridere se qualcuno mi avesse detto che avrei vinto. Ma il nostro è un gruppo eccezionale, dentro alla squadra cè grande fiducia reciproca. Tutti rimangono tranquilli, anche nei momenti difficili. In prova la moto era troppo caricata davanti, faticavo a curvare, soprattutto nei punti più veloci e così nel warm up abbiamo fatto delle modifiche. In gara la M1 si guidava veramente bene, in alcuni punti eravamo anche più veloci delle Honda e questo mi ha permesso di guidare come sono capace».
E di realizzare un capolavoro, che Valentino spiega così.
«Il primo capolavoro lho fatto in partenza, riuscendo a superare subito piloti che in altre circostanze simili mi hanno fatto perdere secondi preziosi nelle fasi iniziali della corsa. Così, fin dai primi giri, ho potuto stare con il gruppo dei migliori».
Il secondo capolavoro è stato una costanza di rendimento semplicemente straordinaria. «La differenza tra il mio migliore e peggiore giro è stata al massimo di un paio di decimi e per gli altri è stato difficile staccarmi e poi, quando ero davanti, superarmi».
Lultimo capolavoro nel giro conclusivo, che Rossi ha iniziato con un vantaggio di 102 millesimi su Melandri. Marco, assatanato come un diavolo, ci ha provato in tutti i modi a passare, ma Valentino è stato ancora una volta straordinario a chiudere ogni minimo spiraglio. «Melandri - dice - ci prova sempre, è bravo per questo. Mi ha attaccato in un punto impossibile, dove proprio non mi aspettavo che lo facesse, cambiando le carte in tavola. È stata dura stargli davanti, ma ero più veloce nei punti cruciali della pista e questo mi ha permesso di attuare una buona tattica».
E di vincere il quarto GP stagionale e di recuperare punti importanti: adesso Vale è secondo a 26 punti da Nicky Hayden. «Se guardo indietro, ci sarebbe tanto da dire - chiude Rossi riferendosi alle gare perse per problemi tecnici o incidenti senza colpa -, ma è meglio pensare al futuro. Sarà una sfida tra i quattro piloti che qui hanno lottato per la vittoria, mentre Capirossi lo vedo più in difficoltà per le gomme. Credo che tutto si risolverà allultima gara a Valencia, adesso è difficile indicare un favorito».
Vero, perché Melandri è un avversario tostissimo, Hayden è molto regolare e ha comunque ancora un buon margine da difendere e Pedrosa è in crescita costante. Ma Valentino Rossi è tosto, costante e guida sempre meglio: è lui il pilota da battere.
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