Cultura e Spettacoli

Valeria: io, fattucchiera risorgo dal rogo in cerca di vendetta

La Marini si prepara a girare, diretta da Pipolo & Corbucci, il remake del fortunato «Mia moglie è una strega»

Cinzia Romani

da Roma

Un battito delle ciglia da diva Anni Trenta, un-due-tre, e il terrorismo scompare dalla faccia della terra. È la prima magia che Valeria Marini, in barca al largo della Corsica con il fidanzato produttore Vittorio Cecchi Gori e con Simona Izzo, sua amica di lungo corso, realizzerebbe senza pensarci su, nel caso le fosse dato di operare sortilegi. E tale sogno paranormale ha un perché: il quindici settembre la simpatica attrice comincerà le riprese del film Mia moglie è una strega, commedia leggera diretta dal binomio artistico Pipolo & Corbucci, pronto a scatenarsi nel remake (previsto per febbraio 2006) di un film (stesso titolo) prodotto nel 1980 da Mario Cecchi Gori, il papà di Vittorio (nel cast di allora figuravano Renato Pozzetto, Eleonora Giorgi e Helmut Berger). Cinguettante, ma tosta, date le vicende giudiziarie, che l’hanno vista sostenere il suo uomo con virtù d’altri tempi (Fede, Speranza e Carità), Valeriona sta ferma nell’occhio del ciclone. Non bastasse il mare d’agosto, da agitato a mosso, ecco un comunicato di fuoco dei legali di Cecchi Gori, sul tema della privacy, da tutelarsi in nome e per conto degli affetti più intimi, a smuovere ulteriormente le acque. «L’attacco sferrato a Vittorio è stato anche un attacco al cinema italiano, visto che i suoi film hanno preso tre Oscar» prorompe la soubrette, già donna-immagine del Bagaglino e neo-imprenditrice (ha varato una sua linea di lingerie, a base di trine e gioielli).
Di intercettazioni grondano i giornali: da personaggio pubblico, che cosa pensa del Grande Orecchio tricolore?
«In Italia la legge sulla privacy non viene rispettata e si ricama, s’inventa, ti attribuiscono cose non vere. La sfera privata, visto l’aggettivo, dovrebbe rimanere tale».
Pare che il presidente del Consiglio stia studiando una legge ad hoc...
«Era ora!».
Stando a un quotidiano romano, la collega Anna Falchi, moglie del finanziere Ricucci, avrebbe fatto volentieri shopping a Roma, dalle parti del Palazzo del Cinema, facendo acquisire la multisala Adriano, notevole proprietà Cecchi Gori...
«Non posso dare giudizi su quanto riporta certa stampa. Però so che da anni il mio Vittorio si trova in difficoltà. Ha dovuto rispondere ad accuse pesanti, poi ritirate. Sono vicissitudini difficili da superare... Ma la giustizia, per quanto lenta, esiste ed io sono fiduciosa».
È tempo di streghe: a settembre uscirà il film Vita da strega, di Nora Ephron, con Nicole Kidman protagonista; la Rai continuerà a programmare la serie tv Streghe; Monica Bellucci farà magie nel film dei Fratelli Grimm e Michelle Hunziker apparirà nella fiction tv Vita da strega, diretta da Neri Parenti. Tanto sabba la spaventa?
«Si vede che le streghe vanno di moda, ma c’è spazio per tutti. Io ho un ruolo brillante: sono una strega che torna nei tempi moderni, per vendicarsi d’essere stata mandata al rogo da un antenato. Ovvero un vedovo (Enzo Salvi) con due figli, che mi assume come baby-sitter. Nella routine, gliene combinerò di tutti i colori, fino a sposarmelo».
Nicole Kidman, prima di ogni sortilegio, arriccia il naso. Lei che cosa farà?
«Un ripetuto battito di ciglia. Mi sto allenando con Simona Izzo, che cura anche la mia dizione».
Quale regista l’ha diretta meglio?
«Patroni Griffi, che ha saputo correggermi. Ma anche Carlo Vanzina, Alberto Sordi e Bigas Luna. Lavoro d’istinto: per me è importante essere diretta, non amo improvvisare».
E il regista con cui le piacerebbe lavorare?
«Ferzan Ozpetek, così profondo, così bravo a raccontare emozioni. Il cinema italiano è in difficoltà, ma resta pieno di risorse».
Tornerà al Bagaglino, dov’è stata primadonna con Pier Francesco Pingitore?
«Perché no? Pingitore mi ha dato tanto, lanciandomi. E gli sono riconoscente. Il Bagaglino rappresenta la mia famiglia artistica».
La riconoscenza non era un sentimento estinto?
«Dipende dall’educazione: mia madre Gianna mi ha insegnato a non dimenticare chi ti ha fatto del bene. Il mio segreto per restare eterna bambina è che non porto rancore. Amo essere grata a chi mi ha offerto chances».
Meglio il cinema o la televisione?
«Dipende dai progetti: sono due mondi diversi e, comunque, occorre essere sinceri col pubblico.

Con la tivù entri a far parte delle famiglie italiane, ma col cinema fermi un sogno per sempre».

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