Valeva la pena scriverne tanto

(...) La risposta sta proprio nella domanda della signora Maria. Come ho avuto modo di spiegare anche a Primocanale, nel corso di un’effervescente puntata di Destra-sinistra dedicata al tema, è proprio perché ci sono cose molto più importanti ed urgenti per Genova e perché la città è degradata che occorre mettere in rilievo che chi dovrebbe risolvere i problemi preferisce passare il proprio tempo in Cina. Del resto, a fianco dell’inchiesta continua sulla «sindrome cinese», abbiamo continuato a raccontare la città in tutti i suoi aspetti, senza tralasciare alcuna notizia. Abbiamo offerto un servizio in più, non in meno.
Il problema, carissima signora Maria, non è che noi ne scriviamo. Anzi, meno male che ne scriviamo. Quasi in perfetta solitudine. «Quasi» perché, in questa vicenda Il Secolo XIX, guidato da un giornalista libero come Lanfranco Vaccari, ha ospitato anche due ottimi reportage non allineati e coraggiosi di Giovanni Mari e commenti non prostrati di Nanni Basso e Luigi Leone. Quindi, onore al Secolo per aver pubblicato questi quattro ottimi articoli.
Ma, per il resto, mi fa venire i brividi sentire lo stesso Mari dichiarare a Primocanale che il fatto che la delegazione ligure sia stata ricevuta dal sindaco di Shanghai (o roba simile) sia «un fatto storico per Genova», che è «un privilegio riservato solo a ministri e capi di Stato». Oppure sentire il sindaco Pericu, lo stesso che ha censurato un titolo del Secolo perché aveva parlato di «flop» della presentazione del porto in Cina, roba che se lo faceva Berlusconi insorgeva l’ordine, il sindacato, Reporters sans frontières e anche l’Onu. Pericu, dicevo, orgoglioso perché il solito primo cittadino cinese ha dato udienza a lui e agli altri viaggiatori liguri.
A me, personalmente, piacerebbe che il sindaco fosse orgoglioso perché le strade sono pulite; perché non ci vuole un’ora per arrivare dalle delegazioni al centro; perché Genova torna ad essere una città davvero produttiva; perché si riavviano i lavori per il Terzo Valico, vera e propria assicurazione sulla vita della città; perché l’Iit parte sul serio; perché i giardini pubblici sono verdi e non grigi; perché i parchi sono parchi e non zoo dove si annidano tutte le specie di zanzare esistenti in natura senza che nessuno provi nemmeno un minimo di disinfestazione; perché l’acqua del mare è pulita e non putrida; perché le strade non sono collezioni di buche; perché...

Potrei continuare per pagine, ma il concetto mi pare chiaro.
Ecco, se io fossi il sindaco sarei orgoglioso di questo. E non mi importerebbe nulla se il tizio di Shangai mi riceve oppure no.
Anche solo per dire questo, valeva la pena di occuparsi così tanto di Cina.

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