RomaFarà tutto da solo. Darà lui i 25 milioni necessari al restauro del Colosseo, «prima di un nuovo caso Pompei» purché si faccia in fretta. Diego Della Valle indossa i panni del mecenate per salvare uno dei simboli più noti dellItalia, un monumento per vedere il quale «da bambino mi facevo sei o sette ore di pullman partendo dalle Marche con la scuola. E ora voglio che gli scolari che vanno a vederlo siano accolti come si deve».
Il patròn del gruppo Tods convoca in fretta e furia una conferenza stampa in un albergo romano per dire la sua sulla vicenda del restauro dellAnfiteatro Flavio, il monumento più visitato dItalia con i suoi 3 milioni di biglietti staccati allanno. Ieri mattina era stata Repubblica a lanciare lallarme: «Colosseo, restauro flop. Gli sponsor non ci sono». Larticolo raccontava come il bando del ministero dei Beni culturali emanato lo scorso 4 agosto e scaduto il 31 ottobre fosse di fatto andato deserto: solo offerte inadeguate. Il tutto dopo che proprio Della Valle aveva lanciato, nellaprile scorso, lidea di una cordata di imprenditori che avrebbero finanziato il cantiere.
E allora? Allora il signor Tods è ancora disponibile. Ma alle sue condizioni. «Non abbiamo partecipato al bando del ministero perché tecnicamente ci veniva richiesta la responsabilità dei lavori, cosa che non sappiamo fare. Non si tratta di fare una borsa o delle belle scarpe». Una problema che sarebbe già in via di risoluzione. «Mi hanno riferito che al ministero stanno lavorando», garantisce Della Valle. E una conferma arriva anche dalle parole del sovrintendente ai Beni culturali di Roma Capitale, Umberto Broccoli: «Se ci sono procedure complesse saranno affrontate e risolte. Si troverà una soluzione».
Cè però un altra spina. Quella dei tempi. Della Valle lo dice con il sorriso, ma il suo è una sorta di ultimatum. «La nostra offerta vale fino al 31 dicembre. Siamo unazienda quotata in borsa, abbiamo bisogno di fare i bilanci e di decidere come investire il nostro denaro». Quindi entro poche settimana limprenditore marchigiano si attende di avere una risposta. I lavori dovrebbero poi durare tre anni. «Questo ci hanno prospettato. E se saremo noi a sponsorizzare il restauro faremo in modo che i tempi vengano rispettati come siamo abituati a fare nelle nostre aziende». Della Valle assicura anche che non ci sarà sfruttamento commerciale della sponsorizzazione («Per intenderci, non ci saranno scarpe o borse appese al Colosseo») e spiega anche il motivo della decisione di impegnare in unimpresa no profit una cifra tuttaltro che ragguardevole: «Imprese come le nostre che hanno la fortuna di andare bene e che sono anche degli ambasciatori dello stile di vita italiano nel mondo hanno il dovere di dare dei segnali forti».
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