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Della Valle: «Gli amici si erano tutti defilati»

Della Valle: «Gli amici si erano tutti defilati»

Massimo Bianchi

da Firenze

Passata la nottata è tornato il sorriso. In pochi credevano davvero che il campionato dei viola sarebbe terminato con una salvezza capace di dribblare anche gli spareggi. Andrea Della Valle sfodera il sorriso delle grandi occasioni. «Non potevamo permettere che il nostro progetto di costruire una società sana e forte si arenasse. Non lo meritavamo. Abbiamo rischiato, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. E ringrazio chi ci ha seguito fin qui. Una stagione così non è da augurare a nessuno, ora le abbiamo passate tutte. Dagli spareggi dell’anno scorso alla salvezza di quest’anno. Confesso che stavolta ho sofferto ancora di più. In noi c’era anche tanta rabbia per tutto quello che ci è capitato strada facendo. Ora siamo fortificati, sicuramente più solidi. Questa stagione è stata una grande palestra di vita, ma alla fine il nostro stile di accettare senza escandescenze i verdetti del campo è stato vincente. Scusate la presunzione, ma le nostre battaglie non sono state inutili. Anche se nelle ultime settimane ci siamo resi conto che alcuni presidenti, che consideravamo amici, si sono defilati». È questa la stoccata del presidente viola. Zoff ha il consueto aplomb. «Credo che questa salvezza sia meritata per quello che abbiamo costruito negli ultimi due mesi. Non era facile, il Brescia veniva da una serie positiva e aveva i nostri stessi stimoli. Insomma, abbiamo dovuto sudare. No, per questa salvezza non mi aspettavo applausi, è già tanto che qualcuno non mi abbia picchiato. Forse perché sono uno cui piace lavorare ma non piace apparire. È stata dura, ma avevo preso un impegno con i Della Valle e l’ho rispettato fino in fondo. Non ho mai pensato di arrendermi, di lasciare la Fiorentina a metà strada, per me le parole date sono come pietre miliari ed hanno un valore. Ho lasciato alle spalle anche quei cattivi pensieri di cui avevo parlato dopo la gara di Genova, sono un vero uomo di sport, positivo e quindi li ho ripudiati. Gli errori, anche quelli di Rosetti, fanno parte del gioco. Il campionato è stato regolare, fino in fondo». Sul fronte Brescia tutta l’amarezza di Cavasin: «Quello che ho fatto non è stato sufficiente, niente elogi, serviva l’impresa nell’impresa e invece a Firenze ci siamo complicati la vita creando con le nostre mani un episodio peccaminoso.

Quello che è peggio è che non abbiamo poi avuto la reazione per rimontare la corrente».

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