Milano - Fabrizio «Bicio» Pensa ha fatto anche il suo nome al pm Woodcock, in quei verbali che hanno dato il via alla cosiddetta «Vallettopoli-bis». Manuela Arcuri «che aveva preso tipo 40-50mila euro per stare con Buti un mese». «Tutte assurdità» dice l’attrice. «Ora non ne posso davvero più».
Ma che cosa è successo?
«Sono senza parole... Sentire delle assurdità del genere da parte di questo fotografo, che non so neanche chi sia. Ci sono rimasta male».
Insomma è tutto falso?
«Ma io non ho mai ricevuto soldi per frequentare un uomo o per fidanzarmi. E mai lo farò nella mia vita. È una cosa che mi fa orrore, se esco con qualcuno è solo per mia volontà. Mi dispiace che queste dichiarazioni siano finite sui giornali. Oltretutto non è la prima volta che sono citata in queste vicende, sono proprio stanca: mi mettono in mezzo dove non c’entro».
E perché Pensa ha nominato proprio lei?
«Perché ho un cognome noto, pesante. Che attrae il pubblico. Ma essere usata così non mi va: basta. Voglio mettere un punto a questa faccenda. Poi in un fatto così squallido...»
Le accuse di Pensa sono pesanti...
«Pesantissime. Ma è impazzito, come si permette di dire così? Io faccio un appello: non è possibile che una persona vada da un pm e racconti cose del genere, in tutta libertà, tirando in ballo un personaggio noto come me. Non è giusto. Ha pure specificato prezzi, cifre. È assurdo: io non ho mai preso neanche un centesimo per stare con qualcuno. Certo non posso sapere se le persone accanto a me abbiano pagato».
In che senso scusi?
«Pensa dice anche che c’era chi pagava per stare seduto accanto a me a cena, beh io questo non lo escludo... Voglio dire, visto lo squallore che c’è in giro. Ma io non ho mai preso niente».
Ma Pensa lo conosce?
«Bicio? Solo di nome, come paparazzo di Milano».
E Corona?
«L’ho incontrato ai tempi in cui avevo una relazione con l’agenzia di Lele Mora, peraltro solo per le ospitate nei locali, perché poi con il mio lavoro vero, la recitazione e la tv, non c’entravano nulla. Tutto qui. È la mia unica pecca. E da lì ho avuto solo guai».
Che tipo di guai?
«Mi hanno sempre citata e tirata in mezzo nei loro problemi, ma ora basta. Sono stufa. Troppo facile nominare la Arcuri».
Ma ha mai provato a contattare Pensa, a chiedergli una spiegazione?
«No, non voglio avere niente a che fare con lui. Come si permette di dichiarare queste cose a un pm?».
Ma il sistema degli scoop esiste davvero?
«Sì, certo, ne ero a conoscenza. Tanti chiamano per farsi paparazzare fuori dal locale: per loro è visibilità».
E lei l’ha mai fatto?
«No, per fortuna non ne ho bisogno. Ho la mia carriera. Anche se sono comunque paparazzata: basta che esca con un amico e mi fotografano subito. E non ho mai pagato per nascondere qualcosa: non ho niente da nascondere, faccio tutto alla luce del sole. Non mi importa, fa parte del lavoro. Ma non ho mai contrattato».
Insomma non è mai stata vittima del sistema?
«No, mai, per fortuna. Però mi dà fastidio che mi nominino continuamente».
E quando è successo, di recente, come ha reagito?
«Ci sono rimasta molto male. Mi sono sentita ferita nella mia dignità di donna, di attrice, di persona. Faccio il mio lavoro in modo pulito: essere accusata di prendere soldi per fidanzarmi, non esiste nella mia vita».
E non è stata coinvolta soltanto lei...
«Ha nominato pure Tommaso Buti, un mio ex di tanti anni fa. La storia è durata poco, ma per una nostra decisione: non certo per un contratto a tempo determinato, come ha dichiarato il fotografo... Ma quell’uomo gioca con le persone, non si rende conto».
Ma all’epoca di quella storia lei era già famosa?
«Sì, sì, lavoravo già da tempo. È stato sette anni fa e da allora siamo rimasti amici. Insomma in buoni rapporti».
E come mai Pensa ha citato proprio Buti?
«Non saprei. Forse perché la nostra storia è durata poco, meno rispetto ad altre. È stato un flirt. Così ha detto: è durata solo qualche mese, giusto il tempo di finire sui giornali. Ma è assurdo. Quando ho letto quelle cose ci sono rimasta malissimo».
Pensa quelle cose le ha dette al pm Woodcock...
«Peggio ancora. Non puoi inventare una storia del genere: se non hai certezze, se non hai prove, non puoi».
E perché l’ha fatto secondo lei? Per vendetta?
«Non credo, non ho mai avuto a che fare con lui. L’ha fatto per attirare l’attenzione. Ma non deve permettersi. E non deve nemmeno andare dal pm a raccontare altre bugie... Facile buttare lì un nome, in mezzo agli altri, e poi la gente pensa chissà che».
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