Milano - Nel tritacarne di Vallettopoli-bis, l’ombra del fotoricatto non risparmia nessuno. Le ultime indiscrezioni, in un’inchiesta che giorno dopo giorno è stata sempre più blindata dalla Procura di Milano, chiamano in causa un ministro, un sindacalista di spicco, calciatori di serie A in processione nelle stanze di via Gradoli a Roma: la stessa trappola, per intendersi, in cui è caduto l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. È il settimanale Oggi, nel numero da ieri in edicola, a rilanciare le voci sulle ultime vittime del sistema dei ricatti, delle trappole, delle foto ritirate dalla circolazione a botte di decine e centinaia di migliaia di euro.
Vano, come era forse prevedibile, si dimostra il tentativo della Procura di Milano di mettere la sordina all’inchiesta, per evitare di trasformare questa vicenda in un remake di quella gestita a Potenza dal pm Henry Woodcock. «Non permetteremo ad agenti e paparazzi di dettarci i tempi e i contenuti dell’indagine», avevano annunciato i vertici della Procura dopo i clamori dei primi giorni, quando raffiche di nomi eccellenti avevano iniziato a piovere sulle pagine dei giornali.
In testa alle preoccupazioni del procuratore Manlio Minale c’era la necessità di evitare la gogna mediatica ai ricattati. Da quel momento in poi gli interrogatori hanno iniziato a tenersi lontani dagli sguardi dei cronisti, fuori dal palazzo di giustizia, in una piccola stazione dei carabinieri. Ma - dopo qualche giorno di pace - il valzer delle indiscrezioni riparte in grande stile.
A lanciarle è Oggi, lo stesso settimanale che - pubblicando le foto di Lapo Elkann e della sua Ferrari gialla sotto un palazzo milanese abitato anche da transessuali - aveva gettato benzina sul fuoco dei primi giorni. E ora il magazine della Rcs rilancia. Nel suo servizio, Oggi dà conto di una serie di voci che circolerebbero negli ambienti dei paparazzi romani: voci e null’altro, e senza nessun indizio diretto che le colleghi all’indagine condotta a Milano dal pm Frank Di Maio. Solo in un caso, il servizio del settimanale parla esplicitamente di un nuovo personaggio finito nell’indagine milanese, ed è oggettivamente una rivelazione sensazionale: perché catapulta nell’inchiesta l’unica categoria «eccellente» rimasta fuori da questa e dalle precedenti puntate degli scandali a base di trappole, foto e ricatti, cioè il sindacato. Oggi afferma che «nei fascicoli di Di Maio ci sarebbe un sindacalista di livello nazionale».
Il nome non viene fatto, ma è chiaro come la rosa dei «papabili» si sfogli sulle dita di una mano, perché ai vertici di Cgil Cisl e Uil non sono molti i volti così noti da risultare appetibili per una paparazzata. E questo non fa che aumentare ulteriormente il potenziale dello scoop, se venisse davvero confermato. Anche perché ci si domanderebbe con quali risorse un dirigente sindacale pagato meno di quattromila euro al mese avrebbe affrontato le richieste esorbitanti che in questo circuito venivano fatte per fare sparire le immagini dal circuito.
Improbabile che dalla Procura milanese arrivino oggi conferme o smentite. E così anche l’identità del misterioso leader sindacale rimane a bagnomaria insieme ai tanti identikit più o meno precisi circolati nelle settimane scorse. Oggi fa un campionario anche delle altre voci in circolazione, quelle raccolte non ai margini dell’indagine milanese ma nel milieu dei fotografi della Capitale. Sono queste voci ad affermare che in via Gradoli, negli appartamenti dove esercitava Brenda - la trans del caso Marrazzo morta in circostanze oscure - suonavano al citofono anche calciatori di serie A, immortalati dai teleobiettivi; che una serie di scatti riguarderebbe una ministra dell’attuale governo in compagnia di un noto imprenditore; che un direttore di tg sarebbe stato colto nel corso di una scappatella; che una «divorzianda famosa» sarebbe stata immortalata durante una «romantica vacanza siciliana»; e che, last but not least, a restare vittima dei paparazzi sarebbe stato anche Stefano Ricucci, l’immobiliarista romano sotto inchiesta per l’affare Antonveneta, ex dell’attrice Anna Falchi.
Vero, non vero? Di sicuro basta che ieri pomeriggio Dagospia spari nell’iperspazio di Internet il reportage di Oggi perché il
circuito infernale delle voci, che si inseguono e si autoalimentano, riparta a pieno regime. Con buona pace dei nobili tentativi di non trasformare l’inchiesta milanese in un ennesimo red carpet dei famosi sotto ricatto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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