Vallettopoli, foto per ricattare anche il portavoce di Prodi

Nell'inchiesta sui ricatti spunta il filone politico. C'è un intercettazione su Sircana, "L'ho fotografato in auto con un trans". Il portavoce dell'esecutivo smentisce: "C'è qualcuno che vuole rovinarmi". E la Procura ricostruisce i rapporti della coppia d'affari Mora-Corona

Vallettopoli, foto per ricattare 
anche il portavoce di Prodi

Gian Marco Chiocci
Gianluigi Nuzzi

Potenza - Obiettivo: ricatto. «Io questa notte ti mando le foto... ascoltami... io questa notte... questa notte ti mando le foto del portavoce di Prodi... Hai capito?». Spunta anche il portavoce del premier Romano Prodi, Silvio Sircana, tra gli obiettivi dei ricatti di quella che l’accusa considera un’associazione a delinquere capeggiata dal fotografo Fabrizio Corona. Sircana, vestito casual con giacca scura e calzoni color sabbia, in una serata di fine estate era a cena nel dehors di un ristorante. In compagnia di una elegante signora bionda. Entrambi inconsapevoli che lì tra le siepi munito di teleobiettivo stava in agguato Max Scarfone, paparazzo del gruppo Corona. Chiacchierano. Scatto dopo scatto il fotografo testimonia la serata di Sircana. Dai primi al dessert, dalla cena a quando la coppia, pagato il conto, lascia il locale. E si dirige verso l’auto, una Touran Volkswagen grigia metallizzata, nel parcheggio. Il portavoce di Prodi apre la portiera, fa salire la signora e si mette al volante. Di nascosto il professionista documenta tutto. Li segue. Riprende i due a bordo, lui alla guida, persino la targa dell’automobile. Poi la sorpresa destinata a far salire il termometro dell’inchiesta di John Henry Woodcock. L’ultimo scatto, rubato verso mezzanotte: l’automobile è ripresa da dietro, ferma al lato della strada con gli stop accesi, Sircana è girato verso il finestrino del passeggero e sul marciapiede dallo stesso lato c’è un transessuale. Si tratta di fotografie sulle quali persone spregiudicate potevano imbastire qualunque cosa. Subito dopo gli scatti e senza remore Scarfone chiama euforico tre volte Corona, descrivendo, a modo suo (vedi sotto), la serata, il percorso tra i transessuali al lavoro, l’approccio con uno di questi. Per finire con un sms intercettato dalla Procura: «Si chiama Silvio Sircana - scrive il paparazzo -, portavoce di Prodi». Cattiverie, indicazioni per il ricatto? Il pm Woodcock ha buoni motivi per ritenere che questo dossier costituisca un elemento di potenziale ricatto nei confronti del portavoce di Prodi. Non si sa chi, come e quando abbia avuto in mano queste foto. Insomma, per quali mani siano passate. Dove siano custodite. Di certo, il fotografo Massimo Scarfone è indagato dalla Procura di Potenza. Per un inquietante dossier non utilizzato, per quanto se ne sappia, mache il gruppo Corona teneva comunque pronto nel cassetto.

Un dossier, aspetto altrettanto inquietante, finito con ogni probabilità in un archivio segreto di foto sui politici ben custodito dal gruppo oggi in carcere. Lo spiega il gip Alberto Iannuzzi nella sua ordinanza: «Dalle risultanze investigative acquisite - scrive -, emerge un ulteriore aspetto più che significativo ed allarmante sotto il profilo della sussistenza delle esigenze cautelari in esame, legato alla predisposizione da parte del sodalizio in oggetto di un vero e proprio archivio, costituito da materiale, in particolare fotografico, da utilizzare in futuro per ulteriori estorsioni, ovvero per ricattare personaggi influenti. Quanto detto appare inconfutabilmente provato da talune conversazioni che riguardano esponenti politici e vicini ad importanti cariche istituzionali, individuaticome potenziali destinatari di ricatti». Insomma, il capitolo dei politici è ancora tutto da scoprire. La caccia è all’archivio segreto.

Da lì potrebbero uscire nuove orrende vicende, di schizzi di fango, di ricatti, di foto imbarazzanti. E persino di fotomontaggi e manipolazioni di scatti. Perchè a Potenza contano di provare anche questo, che il gruppo Corona pur di battere cassa e incassare denari e favori truccava le foto. Senza scrupoli.

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