LItalia invecchia sempre più. Anche lOcse (lOrganizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) conferma questa tendenza: nel 2006 la percentuale di ultra 65enni sul totale della popolazione era del 19,6 per cento (al terzo posto dopo Germania 19,7 e Giappone 20,8 per cento). Nel 2030 si prevede che questa percentuale subirà un drastico aumento (26-27 per cento) e volerà oltre il 30 per cento nel 2050. Tradotto in numeri vorrebbe dire passare da una popolazione di 12 milioni di cittadini over65 nel 2006 a 18,8 milioni nel 2050. Cifre significative che spingono a trovare strumenti per intervenire non solo a livello di sistema socio-sanitario ma anche e soprattutto a livello economico e di welfare. Senza dimenticare che oggi unampia quota di anziani è in buona salute inattiva e potrebbe essere valorizzata.
Indicazioni in merito arrivano dal forum «Terza Economia Sempre più valore dalla terza età», organizzato a Stresa da the European House-Ambrosetti, per iniziativa della Fondazione Onlus Socialità e ricerche (oltre un centinaio i partecipanti fra imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, esponenti del mondo scientifico e del lavoro). Quali soluzioni?
Pensare alla Terza Economia, a quellinsieme di aspetti che portano a costruire le condizioni perché la persona anziana possa diventare, o continuare ad essere, un produttore di beni per sé e per la collettività. «In questo modo si segmenta la domanda di supporto da parte degli appartenenti alla terza età, molti dei quali possono diventare più o meno direttamente un sostegno della quota di coetanei che sono invece bisognosi di aiuti costosi e complessi, perché incapaci di vita autonoma», spiega Marco Trabucchi geriatra e presidente del comitato scientifico della fondazione Onlus Socialità e ricerche. Il lavoro dellanziano è tra le questioni che la Terza economia si propone di risolvere. «Va impostata allinterno delle organizzazioni aziendali una logica di utilizzazione dellesperienza. Spesso la persona anziana è un costruttore di équipe», dice Trabucchi. Strategica la formazione. Esempi in merito arrivano dalla Finlandia dove la collaborazione tra enti pubblici, organizzazioni non governative e imprese ha prodotto realtà virtuose.
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